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Occupy Wall Strett ha mezzo milione di dollari in banca

Dall’inizio delle proteste il movimento ha speso circa 160 mila dollari. Le spese maggiori per cibo, manifestazioni, media e comunicazione.
A cura di Vincenzo Sbrizzi
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occupy wall street

Occupare la principale piazza del mercato mondiale non è un'impresa da poco e come tale deve essere gestita. Una vera e propria impresa che costa tanto anche in termini economici oltre che in impegno. Per questo motivo gli indignati di "Occupy Wall Street" accettano donazioni ed hanno pubblicato su internet tutti i loro conti e note spese. Dai dati pubblicati sul sito accounting.nycga.net il conto del gruppo ha un saldo di mezzo milione di dollari. Tutte donazioni ottenute a partire dalla nascita del movimento che aveva il suo luogo simbolo a Zuccotti Park.

Proprio dal giorno dello sgombero le donazioni hanno avuto un netto calo ma comunque gli indignati hanno dalla loro ancora un gruzzolo importante. Dalla sua nascita il movimento ha speso circa 160 mila dollari tutti riscontrabili dalle voci spesa che sono state pubblicate sul resoconto online. Una nota spese che danno la misura della complessità della gestione di un movimento così ampio, ma anche la chiarezza e unità di intenti. Tutte le spese sopra i cento dollari dovevano essere approvate in maniera collegiale e tutto è stato registrato dai membri.

La maggior parte dei fondi sono stati utilizzati per le voci cibo e trasporti. Nei due mesi e mezzo i manifestanti che sono rimasti ad occupare la piazza di Manhattan hanno cucinato per tutti i partecipanti lì sul posto. I trasporti invece riguardavano soprattutto gli spostamenti per le manifestazioni. Proprio le manifestazioni sono un'altra voce fondamentale nel bilancio dell'organizzazione. Molti fondi sono stati destinati alla pulizia dei luoghi occupati e alle spese mediche, mai mancate successivamente ai numerosi scontri con le forze dell'ordine.

Una fetta fondamentale poi, che caratterizza sensibilmente il movimento, è rappresentata dalla voce media e comunicazione dove sono contabilizzati tutti i costi derivanti dall'uso della tecnologia e della comunicazione. Online anche i verbali con i quali venivano approvate le spese, tutto frutto di concertazione e dibattito in ogni singolo settore del movimento che faceva richiesta di fondi.

Un'organizzazione complessa e ben articolata che era riuscita anche a raccogliere donazioni di ventimila dollari al giorno nei momenti centrali della protesta. Attualmente la situazione è diversa con cali drastici nelle offerte anche se l'oltre mezzo milione di dollari restanti in banca lasciano ampio margine di manovra ai manifestanti. Soldi depositati non in una banca qualunque ma nella Amalgamated Bank, una banca di credito cooperativo nata durante la grande depressione che raccoglie i risparmi dei lavoratori dei servizi.

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