Nozze di titanio per Dante e Angela: “99 anni lui e 91 lei, sembrano due fidanzatini”
Nel paesino di Porcari Rughi, in provincia di Lucca, c’è una coppia che proprio oggi festeggia un traguardo che davvero in pochi riescono a raggiungere. Esattamente settanta anni fa, il 12 febbraio del 1949, Dante Unti e Angela Vellutini si sposavano. E così oggi i due anziani – lui ha 99 anni e lei 91 – festeggiano le cosiddette nozze di titanio. La loro lunga storia d’amore è apparsa su diversi quotidiani ed è una storia iniziata in quello stesso paesino dove i due vivono ancora oggi. Lui era da poco tornato dalla guerra mentre lei, nata in un altro paese della provincia di Lucca, andava a Rughi per fare visita a una zia che viveva lì. Nel 1939 Dante, che nel suo paese era molto conosciuto per il suo lavoro di sarto, partì per la Jugoslavia e durante la guerra fu internato a Stablack, nell’allora Prussia orientale, campo di prigionia nazista. Dante riuscì a sopravvivere e poi a tornare a casa (l’anziano ha raccontato la sua esperienza durante la guerra in un libro e in diverse scuole), dove ad attenderlo ha trovato Angela, la donna che dopo qualche mese sarebbe diventata sua moglie.
Il segreto del loro amore? “Sono sempre andati d’accordo e prendono decisioni insieme” – I due si sono appunto sposati nel 1949 e nel corso del loro matrimonio hanno avuto tre figli: Dalida, che oggi ha 69 anni, e i fratelli gemelli Luigi e Moreno, 65 anni. Tre figli che li hanno resi nonni per sei volte. E tutti insieme festeggeranno queste nozze di titanio domenica al ristorante. Dante, racconta il quotidiano Il Tirreno, a novembre compirà ben 100 anni ma non ha mai rinunciato ai giretti in auto in paese, rinnovando a 96 anni la patente di guida. Ma come si fa a raggiungere il traguardo di settanta anni di matrimonio? A rispondere al Corriere della Sera è il figlio Luigi: “Sono sempre andati d’accordo: ragionano e prendono decisioni insieme. Si tengono ancora la mano come due fidanzatini. Sono davvero forti. L’ho detto a mia moglie, appena muore uno muore anche l’altro”.