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Non solo Malinconico. Anche Patroni Griffi e De Lise fanno disperare il Governo

Dopo Malinconico e il caso delle vacanze extra-lusso pagate da Piscitelli, a turbare gli animi del premier Monti ci pensano i nuovi casi Patroni Griffi e la casa al Colosseo e di De Lise e il suo coinvolgimento nella “cricca” degli appalti all’Aquila.
A cura di Biagio Chiariello
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Un maxi conto da quasi 20 mila euro all’hotel Pellicano di Porto Ercole nell’Argentario, pagati dal già famigerato imprenditore Francesco De Vito Piscicelli. Un faccia a faccia col premier Monti. E così sono arrivate le dimissioni di Carlo Malinconico da sottosegretario di Stato «per la credibilità del governo».  Ma la storia delle vacanze pagate da altri non sembra  essere l'unico infelice caso a Palazzo Chigi. I nomi nuovi sono quelli di Patroni Griffi e Pasquale De Lise: ad accomunarli è una poltrona nell'esecutivo tecnico guidato da Mario Monti.

Il ministro Patroni Griffi e la casa al Colosseo

il ministro della funzione pubblica

Il Ministro della Funzione Pubblica avrebbe pagato la sua casa di 109 mq in via Monte Oppio, nei pressi del Colosseo solo 177 mila euro. Una cifra assolutamente irrisoria rispetto al prezzo di mercato. Un caso smascherato da Il Fatto Quotidiano che avrebbe esaminato le carte del catasto e della magistratura amministrativa, scoprendo che «Patroni Griffi nel gennaio del 2008 ha pagato, come gli altri condomini, un prezzo fissato sulla base di vecchie stime e ulteriormente scontato del 40 per cento grazie allo sconto riservato agli inquilini che comprano in blocco».

In un'intervista a Repubblica l'erede di Brunetta non ha nascosto le sue sofferenze dopo quanto accaduto:

Non dormo più bene, e non mi concentro. Devo fare il ministro, e non lo sto facendo come dovrei. Penso solo alla casa, a questa benedetta casa. Avessi saputo che sarebbe scoppiato tutto questo casino… Non lo farei mai più. Nella mia condizione attuale riterrei quell´azione giudiziaria per ottenere lo sconto sull´acquisto lecita ma inopportuna. Però oggi, non ieri.

Ma ci tiene a precisare che l'ipotesi delle dimissioni, «sarebbe il sigillo della vittoria dell'inciviltà, un massacro al decoro comune, al buon senso, un atto abbastanza disumano».

De Lise e la "cricca" dei Grandi Eventi

pasquale de lise

Ultimo nome, in seno al governo, ad essere finito sui quotidiani per vicende analoghe è quello di Pasquale De Lise. Lo scorso 28 dicembre, su proposta del Ministro per lo Sviluppo Economico, è stato nominato capo dell’Agenzia per le infrastrutture e le autostrade. Ma ora anche lui fa disperare il premier. Del suo ruolo di consultore di Propaganda Fide, i giornali parlano già dal 2010 in relazione alle diverse intercettazioni con l'«amico personale Angelo Balducci – come scrive oggi Repubblica – con cui condivide la passione per il potere, il mattone e il credito Oltre Tevere» in merito alla “cricca” degli appalti all’Aquila. Con Balducci, peraltro vicino allo stesso Malinconico secondo i Ros, De Lise avrebbe gestito la suddetta congregazione – nello specifico, le proprietà del Vaticano amministrate dal Cardinal Terenzio Sepe.

E' bene precisare che  il coinvolgimento del capo dell’Agenzia per le infrastrutture e le autostrade, non ha mai assunto rilevanza penale, ma i dubbi sulla sua posizione emergono dal pezzo di Repubblica, in cui di De Lise si parla nei seguenti termini:

Suo genero, Patrizio Leozappa, è avvocato amministrativista ed è di casa negli uffici di Balducci (nel 2009, si occupa delle proprietà dei figli) e Diego Anemone, che a lui passano clienti di “riguardo”. Come quell’Emiliano Cerasi che, nel 2008, appoggiato dalla “cricca”, si trova a resistere, di fronte al Tar del Lazio (presieduto in quel momento da De Lise), al ricorso presentato dal costruttore Valerio Carducci contro l’opaca aggiudicazione dell’appalto del teatro della Musica di Firenze (Carducci soccombe in una prima pronuncia che lo stesso Tar ribalterà due anni dopo, quando De Lise non ne è più presidente). Già, con De Lise, il giro Balducci-Anemone e la struttura della Ferratella hanno sempre fortuna. Un esempio? Il 12 ottobre 2009, il magistrato fa sapere a Balducci di aver depositato un’ordinanza che respinge il ricorso di “Italia Nostra” per l’annullamento della sanatoria delle violazioni urbanistiche e amministrative relative alle opere per i Mondiali di Nuoto di Roma del 2008 (ne ha beneficiato anche il “Salaria sport village” di Anemone).

Insomma, non ci vuole certo un genio nell'intuire che sulla decisione del Tar del Lazio, tanto favorevole alla cricca,  possa aver influito De Lise.
De Lise, come Malinconico e Patron Griffi, un’altra bella gatta da pelare per Monti.

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