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“Non riuscivo a suicidarmi e ho ucciso lei”, 16enne decapita la matrigna con una katana

“Ero stufo della mia vita ma non avevo la forza di uccidermi” ha spiegato il giovane alla polizia, aggiungendo: “Ho pensato che uccidendo qualcuno sarei uscito da questo stato, tornando a vivere”
A cura di A. P.
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"Ero stufo della mia vita. Volevo suicidarmi ma non avevo il coraggio, così ho pensato che uccidendo qualcun altro ne sarei uscito fuori tornando a vivere", così un ragazzino di soli 16 anni ha raccontato il movente dietro al macabro delitto di cui si è reso protagonista nel marzo scorso quando ha ucciso la compagna del padre decapitandola con una spada da samurai. Il dramma si è consumato nella loro casa di St Clears, piccola cittadina del Galles sud-occidentale, in Gran Bretagna. Il giovane studente Rueben Brathwaite, ha attirato la donna in un trappola e poi l'ha colpita a più riprese con un'ascia prima di decapitarla con la katana.

La vittima, la 54enne Fiona Scourfield, era accorsa immediatamente quando l'adolescente le aveva detto che c'era un gatto ferito. La donna infatti gestiva un rifugio per animali nei pressi dell'abitazione. Appena ha varcato l'uscio di casa, però, il ragazzino si è avventato su di lei e l'ha colpita da dietro senza darle scampo. "L'ho colpita molte volte n testa, circa otto o nove volte con l'ascia, volevo solo la sua morte per poter riavere una vita" ha raccontato poi il ragazzo alla polizia che lo ha arrestato poco lontano ancora sporco di sangue. Brathwaite ha anche ammesso di aver scattato delle foto macabre col telefonino per immortalare il cadavere decapitato con l'intenzione di pubblicarle online. Durante il processo a suo carico è emerso che il giovane aveva  guardato centinaia di foto e video di uccisioni e decapitazioni nelle settimane precedenti al delitto. È stato condannato a 15 anni di reclusone.

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