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“Non arrendetevi mai, denunciate i bulli”: l’appello del ragazzo down diventa virale

Il ragazzo, 22 anni di Castelfranco Emilia, è affetto dalla sindrome di Down. Già nei mesi scorsi si è fatto conoscere con un video rap “Siamo diversi tra noi”. Ed ora torna a fare un appello a tutte le vittime del bullismo: “Parlate con me, vi ascolto, vi aiuterò”.
A cura di Biagio Chiariello
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La storia di Marco Baruffaldi, 22enne di Castelfranco Emilia, in provincia di Modena, è una grande manifesto contro il bullismo. Affetto dalla sindrome di down, ha dovuto combattere maltrattamenti, insulti e anche aggressioni a scuola. Ma ne è uscito più forte che mai, anche e soprattutto grazie alla musica. Il giovane era già diventato una star del web per aver firmato  ‘Siamo diversi tra noi’, un inno contro il bullismo, che ha raccolto migliaia di visualizzazioni. Un video che sul web, rimbalzando tra i social e YouTube, è diventato subito virale. Con tanto di cd prodotto e venduto nelle edicole locali per raccogliere fondi a favore della disabilità. “Nel 2011 – spiegava Marco lo scorso ottobre al Resto Del Carlino – sono stato male e ho passato molto tempo in ospedale. La mia passione per la musica è nata lì, per farmela passare ascoltavo di tutto: rock, blues, country. Soprattutto rap, il mio genere preferito. Il mio idolo è Eminem. Credo di aver superato quei momenti grazie alla musica. Ora suono la batteria e frequento un corso di canto e composizione di testi. E un giorno è nata questa canzone: il video è già su Youtube, s’intitola ‘Siamo diversi tra noi’. Ho scritto io le parole ed ora stiamo cercando di incidere un disco, che contenga anche altre mie canzoni”.

A raccontare il suo nuovo appello è sempre Qn-Il Resto del Carlino. "Fin da piccolo – spiega il 22enne – a scuola sono stato maltrattato brutalmente. Un ragazzino mi picchiava continuamente, mi minacciava. E ho subito di peggio da un insegnante di sostegno: mi prendeva a sberle, mi pestava i piedi, mi insultava. Mi seguiva con l'auto per minacciarmi, perché non voleva che lo dicessi ai miei genitori. E io non ho mai detto niente". L'appello di Marco si conclude con il 22enne che rende pubblici i propri contatti affinché le vittime lo chiamino: "Spero così di poter salvare qualcun altro, un bambino o un ragazzo vittima di bullismo e violenza. Mi rivolgo a loro: non arrendetevi mai, parlate con i vostri genitori e professori, non fate il loro gioco. Ancora oggi sono pentito di non avere parlato con i miei quando è successo a me: era quello che avrei voluto e dovuto fare, ma la paura mi aveva bloccato".

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