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Noi disabili non siamo né poverini né meno fortunati: certa compassione non la vogliamo

Eliminare toni pietistici e compassionevoli, oggi, dovrebbe essere scontato. Quando vediamo una persona in carrozzina, ad esempio, o con disabilità sensoriali, dovremmo trattarla esattamente come chiunque altro, nel bene e nel male. Nessun “poverino”, nessun “portatore di handicap”, nessuna malattia o costrizione. Dobbiamo vedere la persona, nulla più.
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A cura di Iacopo Melio
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Non finirò mai di ripetere quanto, nei confronti della disabilità, le parole siano più che mai importanti. Avere buone intenzioni e buona fede è cosa giusta, ma non basta: le cose cambiano nel momento in cui noi cambiamo il modo di “raccontarle”, e così riusciremo anche a correggere gli atteggiamenti sbagliati di qualcuno verso quel qualcosa. Non lo dico io, lo dicono psicologi, sociologi, antropologi ed esperti nel settore socio-pedagogico-sanitario.

Eliminare toni pietistici e compassionevoli, oggi, dovrebbe essere scontato. Quando vediamo una persona in carrozzina, ad esempio, o con disabilità sensoriali, dovremmo trattarla esattamente come chiunque altro, nel bene e nel male. Nessun “poverino”, nessun “portatore di handicap”, nessuna malattia o costrizione. Dobbiamo vedere la persona, nulla più.

Ha fatto parlare il caso di un cartello del Centro Commerciale “Le Piramidi” di Torri di Quartesolo (VI), che indicava un proprio parcheggio riservato “alle persone meno fortunate”, tentando goffamente di dissuadere i “normodotati” per non farlo occupare ingiustamente. Lodevole iniziativa, ma del tutto controproducente vista la forma. Ma poi, siamo davvero sicuri che basti una scritta caritatevole per sventare questa tanto odiata infrazione? O bisognerebbe, semmai, educare gli altri facendo comprendere loro perché non debbano comportarsi in un certo modo, adottando le parole migliori?

Così, la mia segnalazione ha suscitato risentimenti che l'hanno giudicata una polemica gratuita. Per questo ho deciso di stillare una lista ironica e pungente per far comprendere che, in fondo, “si è sempre meno fortunati di qualcuno” (parafrasando De Crescenzo nel film “Così parlò Bellavista”). Dunque, a chi si riferirà mai il Centro Commerciale “Le Piramidi” con il termine “persone meno fortunate"?

  • a coloro che non sanno spingere i carrelli della spesa, rendendo le altre persone dei birilli da abbattere;
  • a quelli che alla cassa non pagano mai con banconote precise ma con mille monetine di taglio piccolo, frugandosi nelle tasche manco stessero cercando l'anima gemella;
  • a coloro che non rispettano o spintonano la fila alla cassa;
  • ai mariti che, dopo soli tre minuti dall’aver messo piede nel Centro, realizzano che la frase “Amore, tanto son solo cinque oggetti…” era tutto un tranello;
  • a quelli in fila alla cassa, con il cliente davanti che esordisce con "ho dimenticato una cosa, torno subito!" ma poi continua a fare la spesa come se niente fosse;
  • a quelli che fanno la spesa per tutta la settimana ma si dimenticano la cena di quel giorno;
  • a chi va nel Centro Commerciale quando piove perché non sa cosa fare;
  • a coloro che provano duecento articoli e poi non comprano nulla ma "ritornano dopo";
  • a chi cerca la roba giusta nei reparti sbagliati, vagando per ore come Dante all'Inferno;
  • agli uomini disperati che fanno la spesa in diretta telefonica con la moglie;
  • agli illusi che chiedono consigli ai commessi del reparto di elettronica (si scherza, eh!);
  • a chi entra nel Centro solo perché c’è l’aria condizionata, fingendosi interessato a qualsiasi articolo, pure all’aspirapolvere-silenziosa-senzafilo o la lavatrice-silenziosa-senzaacqua;
  • chi non ha comprato il sapone in piena estate;
  • chi lavora in un'azienda in crisi, che è effettivamente "in mobilità", e non riesce purtroppo ad arrivare a fine mese;
  • chi compra il "gratta & vinci" ma non vince mai;
  • ai genitori i cui figli riempiono in continuazione i carrelli di merendine, che vengono puntualmente rimesse al loro posto in un loop infinito;
  • a chi ha dimenticato la lista della spesa sul tavolo di cucina;
  • a chi è ha dieta e deve scansare il reparto dei dolciumi come la peste;
  • a chi ha l'auto nera e si dimentica sempre di mettere il parsole sul cruscotto;
  • a chi entra con "devo prendere solo il pane" ma poi finisce col portare a calci l'anguria fino alla cassa, mentre ha le braccia stracariche di tutto, tranne che del pane;
  • a chi impiega tempi biblici per mettere la spesa nei sacchetti;
  • a chi compra cose scadute, o quasi;
  • a chi è caduta l'unica moneta utile per prendere il carrello nell'incastro tra il sedile e lo scorrimento del sedile;
  • a chi non sa parcheggiare nemmeno una Smart;
  • a chi gira coi risvoltini in autunno-inverno (ma anche sempre, dai…);
  • a coloro che non hanno fatto in tempo ad approfittare delle offerte del volantino precedente
  • a chi impiega venti minuti per ritrovare i propri figli nella piscina con le palline nell’area “family”;
  • a chi "nei supermercati non si trova mai niente!";
  • A CHI TORNA A CASA SENZA AVER COMPRATO LA MAIONESE.
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Laureato in Scienze Politiche (curriculum in "comunicazione, media e giornalismo"). Racconta le storie degli altri come giornalista, scrittore e attivista per i diritti umani e civili. Vincitore del Premio "Cittadino Europeo" nel 2017, è stato nominato "Cavaliere dell'Ordine al Merito della Repubblica Italiana" da Sergio Mattarella nel 2018.
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