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Nel mondo una persona su tre non ha accesso all’acqua potabile

Il rapporto ‘Progress on drinking water’ realizzato dall’Unicef e dall’Organizzazione mondiale della sanità rivela: “2,2 miliardi di persone in tutto il pianeta non dispongono di servizi per l’acqua potabile, 4,2 miliardi non dispongono di servizi igienici sicuri. Per 3 miliardi di persone, inoltre, non è possibile neppure lavarsi le mani perché non dispongono di acqua in casa”.
A cura di Davide Falcioni
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Nel mondo ci sono ancora miliardi di persone che non hanno accesso ad acqua potabile e sicura. A rivelarlo il rapporto ‘Progress on drinking water' realizzato dall'Unicef e dall'Organizzazione mondiale della sanità, che punta i riflettori sulle disuguaglianze nell'accesso alla più importante delle risorse, quella idrica. Non solo: "Più della metà del mondo – denunciano – non ha accesso a servizi igienico-sanitari sicuri". Il "mero accesso all'acqua non basta. Se è sporca o insicura, non stiamo aiutando i bambini a livello globale", ha chiarito Kelly Ann Naylor dell'Unicef, che ha poi aggiunto che "se l'acqua non è pulita, sicura da bere o è troppo lontana da raggiungere, e se l'accesso ai servizi igienici è limitato, allora non stiano lavorando a favore delle nuove generazioni".

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Secondo lo studio, circa 2,2 miliardi di persone in tutto il pianeta non dispongono di servizi per l'acqua potabile, 4,2 miliardi non dispongono di servizi igienici sicuri. Per 3 miliardi di persone, inoltre, non è possibile neppure lavarsi le mani perché non dispongono di acqua in casa. Secondo Unicef e Oms, dunque, se "progressi significativi sono stati fatti per l'accesso universale di base all'acqua, ci sono tuttavia grandi differenze nella qualità dei servizi forniti". "Se i vari paesi falliranno negli sforzi per garantire acqua sicura e servizi igienico-sanitari – ha affermato Maria Neira, Director Department of Public Health dell'Organizzazione mondiale della sanità – continueremo a vivere insieme a malattie che già da tempo sarebbero dovute essere nei libri di storia: malattia come diarrea, colera, tifo, epatite A e malattie tropicali dimenticate. Investire in acqua, sanità e igiene è vantaggioso per la società sotto molteplici aspetti ed è – rileva – una base essenziale per la salute pubblica".

Kelly Ann Naylor ha chiosato: "I bambini e le loro famiglie nelle comunità povere e rurali sono quelli maggiormente a rischio di essere lasciati indietro. I governi devono investire nelle loro comunità, se vogliamo superare queste differenze economiche e geografiche e vogliamo garantire questo diritto umano fondamentale. Ridurre le disuguaglianze nell’accesso, qualità e disponibilità di acqua e servizi igienico-sanitari dovrebbe essere al centro dei finanziamenti governativi e delle strategie di pianificazione. Rallentare sui piani di investimento per la copertura universale significa minare a decenni di progressi a discapito delle generazioni future".

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