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Nel 2017 si pagheranno meno tasse, ma le aziende italiane restano le più vessate d’Europa

Il rapporto pubblicato stamane dalle Cgia di Mestre calcola che nel 2017 la pressione fiscale italiana calerà di circa 0,3 punti percentuali, producendo un risparmio pari a 2,9 miliardi di euro per le famiglie e di 4,5 miliardi per le imprese.
A cura di Charlotte Matteini
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Il 2017 dovrebbe portare qualche novità in campo fiscale, soprattutto una diminuzione della pressione fiscale per i cittadini italiani. A sostenerlo è la Cgia, che in un rapporto diramato oggi dall'Ufficio studi coordinato da Paolo Zabeo, sostiene che l'anno prossimo la pressione fiscale diminuirà di 0,3 punti percentuali, calando fino ad assestarsi al 42,3%. Grazie alle decisioni prese con la legge di bilancio 2017, spiega Cgia, conseguentemente le famiglie e i contribuenti a risparmiare circa 2,9 miliardi di euro, 4,5 miliardi per le imprese. “Grazie a queste novità la pressione fiscale ufficiale dovrebbe scendere nel 2017 al 42,3%: 0,3 punti in meno di quella registrata nel 2016. Sebbene in calo, siamo comunque ancora lontani dal 41,5% registrato prima della crisi, quando il rapporto debito/Pil, ad esempio, era al 100%: un dato inferiore di oltre 30 punti a quello attuale”, si legge nel rapporto.

Quali sono questi provvedimenti che faranno risparmiare i contribuenti italiani? La Cgia ne ha individuati principalmente una quindicina: il più importante è la proroga delle detrazioni per le ristrutturazioni edilizie e il risparmio energetico (per un risparmio pari a 607,7 milioni di euro), poi il bonus bebè dell’Inps, che produrrà risparmi per 392 milioni di euro, i premi di produttività dei lavoratori dipendenti del settore privato (382,3 milioni di euro), il bonus cultura per i 18enni (290 milioni di euro), la mancata proroga del contributo di solidarietà del 3 per cento in capo ai contribuenti con un reddito sopra i 300.000 euro (275,4 milioni di euro) e l’estensione della “no tax area” per i pensionati over 75 (246 milioni di euro).

Per quanto invece riguarda aziende e imprese, le novità principali che permetteranno di risparmiare circa 4,5 miliardi di euro in tasse sono dodici: la riduzione dell’aliquota Ires che passerà dal 27,5 al 24%, che produrrà effetti per 2,9 miliardi di euro, l’Iri (Imposta reddito impresa) su base volontaria sottoporrà i redditi a un'aliquota fissa al 24% sugli utili non prelevati in luogo della tassazione Irpef, per un totale di altri 1,2 miliardi di sgravi fiscali. Non solo: la proroga del maxi ammortamento al 140% e l’iper ammortamento al 150 per cento dell’acquisto di macchinari ad alto contenuto tecnologico consentiranno un risparmio fiscale pari a 973 milioni di euro, mentre la proroga del credito di imposta per la ricerca e lo sviluppo fino al prossimo 2020 permetterà un risparmio fiscale di altri 727 milioni di euro.

La legge di bilancio, però, segnala la Cgia, contiene anche delle note stonate, come ad esempio l'abolizione dell’Ace (Agevolazione per la crescita economica) che produrrà aumenti per 1,5 miliardi di euro, oltre agli aumenti contributivi per gli artigiani e i commercianti pari a 400 milioni di euro.

“A livello europeo alle nostre imprese viene richiesto lo sforzo fiscale maggiore. Nonostante la giustizia sia poco efficiente, il credito venga concesso con il contagocce, la burocrazia abbia raggiunto livelli ormai insopportabili, la Pubblica amministrazione risulti la peggiore pagatrice d’Europa e il sistema logistico-infrastrutturale registri dei ritardi spaventosi, la fedeltà fiscale delle nostre imprese è al top”, conclude la Cgia.

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