Negozi chiusi domenica, arriva il via libera della Lega: “Non più di 8 aperture l’anno”
La Lega sosterrà l’idea del MoVimento 5 Stelle di chiudere i negozi nei giorni festivi e la domenica. Ad annunciarlo è il capogruppo del Carroccio alla Camera, Riccardo Molinari, a margine della riunione economica del partito che si è tenuta oggi al Viminale alla presenza del ministro dell’Interno, Matteo Salvini. “Avanti con la nostra proposta per la chiusura domenicale dei negozi e la possibilità di stabilire otto aperture all’anno anche con l’intesa con le Regioni”. In particolare, la Lega ha deciso “di sostenere i contenuti della proposta Saltamartini-Molinari”, avanzato quindi da esponenti leghisti. Si tratta di una delle cinque proposte attualmente in campo per la chiusura domenicale dei negozi.
Il provvedimento viene chiesto dalle associazioni dei commercianti, stando alle parole di Molinari. Coloro che sono stati “schiacciati dalla liberalizzazione selvaggia di Monti e dai vantaggi competitivi della grande distribuzione – continua il capogruppo leghista –. Vogliamo tutelare il commercio tradizionale e dare un messaggio di attenzione alle famiglie il cui il tempo libero non deve essere dedicato solo al consumismo. Vogliamo tutelare il commercio tradizionale, perché questi anni di liberalizzazione selvaggia e prolificazione smodata della grande distribuzione hanno desertificato i centri storici”.
La Lega vuole ora il confronto con tutte le parti interessate. Intanto il M5s ha precisato, attraverso le parole di Luigi Di Maio, come potrebbe funzionare la chiusura domenicale dei negozi. Dalla stretta verrà escluso il 25% dei negozi in ogni giornata festiva, in modo “che in ogni quartiere ci sia sempre la possibilità di fare acquisti”. La Lega aveva però chiesto di mettere alcuni paletti. Uno su tutti: la non validità della norma per le città turistiche dove i negozi non dovrebbero essere costretti alla chiusura.
La proposta di legge della Lega
Il testo presentato a prima firma Saltamartini prevede l’abrogazione degli articoli del ‘Salva Italia’ varato dal governo Monti con i quali si introdusse la liberalizzazione degli orari degli esercizi commerciali. Con questo provvedimento si vorrebbe tornare alla chiusura domenicale obbligatoria, affidando a comuni e regioni il compito di scegliere le nuove regole, con un tetto massimo di otto aperture straordinarie in un anno. Tra i giorni in cui si può derogare alla regola ci sono “le domeniche del mese di dicembre, nonché ulteriori quattro domeniche o festività nel corso degli altri mesi dell’anno”.