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Ndrangheta, trovate 26mila piante di marijuana: scacco al clan di Vibo Valentia, 18 arresti

La Questura ha scoperto i ‘giardini segreti’ del clan Mancuso di Vibo Valencia, in cui veniva coltivata marijuana per un valore di 20 milioni di euro. A capo dell’associazione Emanuele Mancuso. Arresti a Nicotera, Vibo, Joppolo, Limbadi e Capistrano. Droga coltivata in provincia e spacciata in tutta Italia.
A cura di Biagio Chiariello
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Avrebbero coltivato, detenuto, prodotto e spacciato marijuana in grandissima quantità. Si parla di 26.000 piante in enormi piantagioni sparse nel Vibonese. Sul mercato avrebbero fruttato circa 20 milioni di euro. Sono 39 in totale gli indagati, 18 gli arrestati, nell’ambito delle indagini scaturite dal sequestro, avvenuto a Nicotera, Joppolo e Capistrano. A capo del gruppo, Emanuele Mancuso, 30 anni, di Limbadi, ma residente a Nicotera che da qualche settimana ha iniziato a collaborare con la Dda di Catanzaro.

L'operazione ‘Giardini segreti', alla quale hanno partecipato circa duecento agenti, rappresenta l'epilogo di una complessa attività investigativa, avviata già dal 2015, che ha permesso di smantellare un'associazione per delinquere finalizzata alla produzione, coltivazione e vendita di sostanze stupefacenti, in particolare marijuana. L'inchiesta è stata coordinata dal sostituto procuratore della Dda di Catanzaro, Annamaria Frustaci.

Emanuele Mancuso ha confessato alla polizia di essersi procurato i semi della miglior qualità di canapa in Rete, oltre al concime col quale realizzava la costruzione delle strutture dove piantare i semi, curare la germinazione e la fioritura delle piante, la crescita, la lavorazione e, infine, l'immissione sulle piazze di spaccio. Le sedi della società da cui comprava le sementi sono distribuite in tutta Italia, da nord a sud, da Brescia e Milano, fino a Napoli e Catanzaro. La strategia di narcotraffico comprendeva peraltro anche l'utilizzo droni e lo sfruttamento di migranti. Infatti, gli incaricati alla cura diretta delle coltivazioni, che avevano il compito di irrigare e potare le piante, erano dei braccianti stranieri, molti dei quali provenienti dalla tendopoli di San Ferdinando.

I Mancuso sono considerati una cosca potentissima nel panorama criminale calabrese. Emanuele, figlio di Pantaleone, alias ‘l'ingegnere', è il nipote di Rosaria Mancuso, accusata di essere stata la mandante dell'omicidio di Matteo Vinci, ucciso il 9 aprile scorso con una bomba collocata sotto la sua automobile. Nell'attentato rimase ferito anche il padre di Matteo Vinci, Francesco.

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