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‘Ndrangheta, fermati 4 imprenditori di Reggio Calabria: sequestrati 50 milioni di beni

Gli imprenditori accusati di associazione mafiosa, intestazione fittizia di beni e autoriciclaggio avrebbero contato sull’appoggio delle più pericolose cosche cittadine per accumulare enormi profitti illeciti, riciclati poi in fiorenti attività commerciali.
A cura di Susanna Picone
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Questa mattina quattro noti imprenditori di Reggio Calabria sono stati fermati nel corso di un’operazione del Nucleo investigativo dei carabinieri, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia reggina. Ritenuti affiliati alle cosche di ‘ndrangheta del capoluogo calabrese, i quattro fermati sono accusati, a vario titolo, di associazione mafiosa, fittizia intestazione di beni e autoriciclaggio. Stando a quanto emerso, gli imprenditori avrebbero contato sull’appoggio delle più pericolose cosche cittadine per accumulare enormi profitti illeciti, riciclati poi in fiorenti attività commerciali. All’operazione scattata all'alba e che ha portato al fermo dei quattro imprenditori hanno partecipato oltre cento carabinieri del Comando provinciale di Reggio Calabria.

Sequestrate numerose aziende, centinaia di appartamenti e decine di terreni – Gli imprenditori fermati sono Carmelo Ficara, titolare dell’omonima impresa di costruzioni, il socio Francesco Andrea Giordano, Michele e Giuseppe Suraci, padre e figlio titolari del Bingo di Reggio Calabria. Sono state anche sequestrate numerose aziende, centinaia di appartamenti e decine di terreni edificabili nel capoluogo, per un valore complessivo di oltre 50 milioni di euro. L’indagine – hanno spiegato i carabinieri dopo l'operazione – ha fatto luce “su un reticolato di cointeressenze criminali coltivate da imprenditori edili e immobiliari”.

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