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Nave delle armi, nuovo carico a Genova. Scioperano gli operai: “Porti chiusi alla guerra”

Gli operai del Porto di Genova incroceranno le braccia domani contro il carico di materiale bellico a bordo della nave Bahri Jazan diretta in Arabia Saudita, paese in guerra con lo Yemen.
A cura di Davide Falcioni
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Nuova "nave delle armi" in arrivo al Porto di Genova e nuovo sciopero dei lavoratori. A un mese dalla prima mobilitazione dei portuali contro la spedizione di armi e altro materiale bellico in Arabia Saudita per la guerra in Yemen domani i marittimi genovesi incroceranno le braccia per fermare il nuovo carico di materiale sulla nave Bahri Jazan che attraccherà all'alba al terminal Gmt, per trasportare i generatori lasciati a terra il 20 maggio dalla "gemella" Bahri Yambu dopo la protesta di portuali e pacifisti. Questi ultimi, tuttavia, ancora una volta potrebbero astenersi in massa dal lavoro e non imbarcare sul cargo il materiale bellico, la cui presenza risulta dalla documentazione diffusa dall'Osservatorio Permanente sulle Armi Leggere e le Politiche di Sicurezza.

In una nota la Filt Cgil di Genova afferma che lo sciopero riguarda espressamente "i lavoratori destinati al carico di materiale bellico sulla motonave Bahri Jazan". "Lo scenario che ha giustificato la protesta del maggio scorso – sostiene il sindacato – è rimasto immutato e questo nonostante le rassicurazioni del produttore dei generatori, la Teknel, al centro della vicenda all'Autorità di Sistema Portuale e ai rappresentanti del Terminal GMT/CSM, nella riunione del 3 giugno" dichiara la CGil replicando a chi l'ha accusata di aver recepito senza critiche la versione della Teknel che ha definito invece il materiale "ad uso civile". "In quell'incontro – spiegano Filt e Camera del lavoro – non è stato prodotto alcun accordo, ma un semplice verbale di incontro, che prendeva atto della documentazione presentata dalla stessa azienda produttrice e successivamente inoltrato alla Prefettura. Il verbale di riunione illustra come sia stato lo stesso produttore a fornire documentazione circa la destinazione ad uso civile del carico, poi smentito dalla classificazione di quel materiale come bellico".

Lo sciopero secondo la Cgil rappresenta un'occasione importante per far  nascere "una discussione pubblica rispetto ad un problema grave come quello della guerra nello Yemen dove negli ultimi 3 anni e mezzo, il conflitto ha provocato oltre 10 mila morti e dove più di 22 milioni di persone si trovano in situazioni di estremo bisogno".

Toti: "Ipocrisia della Cgil, difenda i lavoratori"

Anche Giovanni Toti, presidente della Regione Liguria, è intervenuto sulla vicenda: "Ancora presidi e scioperi contro l'approdo di una nave che deve caricare a Genova generatori diretti in Arabia Saudita e, forse, destinati all'esercito. Ma i sindacati non dovrebbero tutelare i lavoratori italiani, quelli del porto (che deve competere con gli altri scali europei per non perdere traffico e occupazione) e quelli delle molte fabbriche presenti nella nostra Regione? Non è assurdo che qualcuno voglia che dai nostri porti non si imbarchino questi prodotti, mentre in Liguria (e per fortuna) molte migliaia di persone lavorano per Fincantieri che fa navi militari e sommergibili, per Leonardo che fa radar e missili, per Oto Melara che fa cannoni navali e mezzi blindati, per Piaggio che tutti speriamo sviluppi presto droni militari?  Tutto ciò, sul nostro territorio, dà lavoro a tante persone e così facendo, prima o poi, ci sarà chi deciderà di rivolgersi altrove, molti rischieranno il lavoro e il nostro porto sarà meno competitivo. Basta autolesionismo, basta strumentalizzazioni politiche e soprattutto basta ipocrisia".

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