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National Geographic pubblica speciale sui bimbi transgender. Avvenire: “Pura propaganda”

Il mensile statunitense ha pubblicato un numero speciale dedicato alla “gender revolution”, raccontando le storie di 80 bambini transgender. Numerose le proteste, in prima fila il quotidiano Avvenire che bolla l’iniziativa come “pura propaganda”.
A cura di Charlotte Matteini
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Un omaggio alla cosiddetta "Gender revolution", celebrata dalla copertina di gennaio del celebre mensile National Geographic che in prima pagina pubblica la fotografia di Avery, una bambina transgender di 9 anni e all'interno racconta analoghe storie di altri 80 bambini, sta creando grande scalpore in Italia e nel mondo. Il mensile è stato duramente attaccato da molti lettori, che hanno subissato la redazione con mail di protesta e minacce di annullare gli abbonamenti, mentre in Italia il quotidiano cattolico Avvenire ha pubblicato un editoriale di fuoco, a firma di Luciano Moia, criticando aspramente la vicenda, sostenendo che il magazine avrebbe trattato il tema in maniera troppo semplicistica non affrontando i reali problemi che si nascondono dietro i disturbi di genere. "Attenzioni dimenticate dal National Geographic, la famosa rivista scientifica americana, tradotta in 31 lingue, che nel numero di gennaio lancia la “Gender revolution […] Buttare in pagina i casi clinici di bambini affetti da patologie anatomico- funzionali e da complesse implicazioni psicologiche per affermare una presunta svolta antropologica. «Liberata dalla “binarietà” maschile e femminile – si legge ancora – l’identità di genere sta modificando gli scenari. La scienza ci può aiutare a comprenderlo?». Certo, ma solo se saremo in grado di distinguere questioni medico-scientifiche da obiettivi di propaganda gender. Cioè proprio quello che National Geographic non ha fatto. O, probabilmente, non ha voluto fare", si legge nell'editoriale di Moia, il quale sostiene senza mezzi termini che l'operazione del National Geographic sia sostanzialmente pura propaganda e nulla di più.

"I ritratti di tutti i bambini sono belli. Ci è piaciuto soprattutto il ritratto di Avery perchè era forte e fiero. Abbiamo pensato che, in un colpo d'occhio, si riassume il concetto di "rivoluzione di genere", ha commentato la direzione del mensile a seguito delle accese polemiche scatenate dal servizio, cercando di spiegare il senso più ampio dell'articolo pubblicato.

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