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Non vuole aspettare mentre curano la moglie e devasta il Pronto Soccorso di Villa Betania

La denuncia di Nessuno Tocchi Ippocrate: “La donna in codice verde era stata subito presa in carico. Assurdo attacco al Pronto Soccorso”
A cura di Pierluigi Frattasi
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Foto da FB Nessuno tocchi Ippocrate
Foto da FB Nessuno tocchi Ippocrate

Devastato il Pronto Soccorso della clinica Villa Betania a Ponticelli. Il marito si era scocciato di aspettare la moglie che era assistita all'interno. Stanco dell'attesa avrebbe così distrutto a calci le porte d'ingresso. A denunciare l'assalto, avvenuto nella notte, l'associazione Nessuno Tocchi Ipocrate, che parla di una "notte di inferno a Villa Betania, ospedale della periferia di Napoli, dalle immagini che ci giungono sembra che il marito di una paziente sia andato in escandescenza abbia distrutto tutto quello che aveva a portata di mano all’interno del pronto soccorso, ma soprattutto abbia sfondato la porta di ingresso del pronto soccorso".

L'assalto al Pronto Soccorso nella notte

È l'aggressione numero 30 del 2022, secondo il monitoraggio fatto dall'associazione presieduta da Manuel Ruggiero. Questo il racconto dei fatti riportato da Nessuno Tocchi Ippocrate, "alle ore 1.00 di notte arriva una auto clacsonando. Esce dalla vettura un uomo con in braccio una donna. Il personale infermieristico procura immediatamente una barella e porta la donna aldilà delle porte del pronto soccorso. La signora aveva una “crisi isterica post-litigio con compagno” (codice verde) , ma nonostante ciò, e data l’assenza di pazienti in attesa (cosa molto rara) ha accesso diretto alle cure".

Eppure, nonostante l'immediata presa in carico, il pronto soccorso viene devastato. "Il marito – prosegue l'associazione – non sopporta l’attesa e spintona l’infermiere e sfonda la porta distruggendo altri suppellettili! Sono state allertate le forze dell’ordine che in queste ore stanno acquisendo le immagini di video sorveglianza. Chiediamo che intervenga lo Stato: 4 aggressioni in pochi giorni non sono tollerabili, già da tempo si è superata la soglia di tolleranza. O lo Stato interviene o saremo pronti a firmare le dimissioni di massa”.

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