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Uccise la moglie Norina, confermato l’ergastolo per Salvatore Tamburrino

La prima sezione Corte di Assise di Appello di Napoli, presieduta da Maria Alaia, ha confermato la pena dell’ergastolo a Salvatore Tamburrino, ex vivandiere di Di Lauro e oggi collaboratore di giustizia, per l’omicidio della moglie Norina Matuozzo, avvenuto nel 2019. Per la sorella Elda: “Dato il giusto valore alla perdita”.
A cura di Pierluigi Frattasi
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Uccise la moglie Norina Matuozzo, madre di due figlie, a colpi di pistola nell'appartamento dei suoi genitori, a Melito, in provincia di Napoli, dove si era rifugiata dopo la separazione dal marito. A distanza di tre anni da quell'efferato delitto, avvenuto il 2 marzo 2019, per Salvatore Tamburrino, ex vivandiere di Marco Di Lauro, arriva la conferma dell'ergastolo. Questa la decisione della prima sezione Corte di Assise di Appello di Napoli, presieduta da Maria Alaia.

Tamburrino, pregiudicato legato al clan di Lauro, e ritenuto un membro della cerchia di chi curava la latitanza di Marco Di Lauro, ha contribuito a determinarne anche la cattura. Dopo l'omicidio della moglie Norina, si consegnò alle forze dell'ordine, accompagnato dal suo avvocato, per confessare il crimine. Tamburrino era stato condannato anche in primo grado all'ergastolo il 3 marzo dell'anno scorso, al termine di un processo celebrato con il rito abbreviato per omicidio volontario, aggravato dalla premeditazione, dal vincolo sentimentale con la vittima, dalla presenza di figli minori e dai maltrattamenti.

Per la sorella di Norina, Elda Matuozzo, “Quando è stata letta la sentenza, ho rivolto lo sguardo verso la foto di mia sorella e le ho detto: hanno dato il giusto valore alla tua perdita, valevi tanto come persona e anche lo Stato te lo ha riconosciuto. Abbiamo trovato una corte giusta – ha aggiunto – perché questo è stato un processo per un femminicidio dove non era giusto che l'imputato facesse valere il suo stato di collaboratore. È stata dura, ci siamo battuti molto per evitarlo. Ma la vittoria di oggi diventerà a 360 gradi quando tutti i femminicidi saranno puniti con il massimo della pena”.

Al termine della requisitoria, il sostituto procuratore generale Raffaele Marino aveva avanzato richiesta di attenuazione della pena a 30 anni di reclusione. La famiglia Matuozzo è stata difesa dall'avvocato Giuseppe Scafuro. Costituitasi come parte civile al processo anche l'associazione antiviolenza "Al posto tuo", rappresentata dall'avvocato Loredana Gemelli.

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