Scuole in Campania, i movimenti no-Dad ai sindaci: “Non chiudete gli istituti”
Ieri l'Unità di Crisi Covid della Regione Campania ha invitato prefetti e sindaci a valutare la didattica a distanza nelle scuole di ogni ordine e grado fino a marzo, non si fa attendere la reazione dei movimenti di famiglie che invece chiedono di non chiudere le scuole con provvedimenti locali e attenersi al protocollo nazionale e all'ultimo dpcm di governo.
A scrivere sono i Coordinamento Scuole aperte della Campania di tutte le province, e le associazioni ‘Usciamo dagli sche®mi' e ‘Scalzabanda':
Il comunicato stampa diramato dall’Unità di Crisi della Regione Campania in data 9 febbraio 2021 non ha in alcun modo modificato le disposizioni normative vigenti in Italia e in Campania in tema di contrasto alla diffusione del Covid 19, né tantomeno ha conferito poteri ulteriori o speciali ai sindaci.
Questi ultimi sono quindi tenuti ad operare nei limiti delle loro competenze, indicate dal TUEL (Testo Unico Enti Locali), e nel rispetto di quanto ultimamente stabilito dal Tar Campania (sezione quinta) nei decreti 142 e 153 del 2021.
Sono i movimenti No-Dad ad aver fatto ricorso per due volte, vincendo, agli ultimi provvedimenti dell'Ente guidato da Vincenzo De Luca, sul tema chiusura scuole causa Covid-19. E ora rilanciano spiegando che il Tar ha chiaramente motivato la necessità di nuove ordinanze locali a patto che siano di durata limitata e su vicende effettivamente contingibili, ossia imprevedibili:
Ma la situazione sanitaria attuale non ha più nulla di imprevedibile. E i Dpcm contengono già le disposizioni da applicare nella gestione della pandemia, in tutte le regioni italiane.
Secondo i Coordinamenti scuole aperte, la chiusura delle scuole «non può continuare a essere la sola misura di contenimento del Covid 19 in Campania».
Non è possibile che l’unico diritto compresso sia, ancora una volta, quello all’istruzione. Se la situazione sanitaria si fosse davvero tanto aggravata, come l’Unità di Crisi afferma, allora sarebbe necessario che, assieme alle scuole, chiudessero anche gli uffici, gli esercizi commerciali, le chiese, i bar e i ristoranti.L’andamento dell’epidemia nella nostra regione, però, è tale da farla rimanere ancora in zona gialla. Auspichiamo pertanto che i sindaci incaricati di amministrare le nostre comunità operino con senso di responsabilità ed equilibrio, monitorando con attenzione la situazione nei vari territori, e senza assumere provvedimenti sproporzionati o irrazionali, contro i quali, ovviamente, agiremmo con tutti gli strumenti legali disponibili.