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San Gennaro: storia, miracoli e curiosità sul patrono di Napoli che “scioglie il sangue”

Il 19 settembre è il giorno della Festa di San Gennaro, una data importante per tutti i napoletani: San Gennaro è il patrono della città di Napoli e ha una storia antichissima, che risale al III secolo d.C. Nato in Campania, probabilmente a Benevento, fu decapitato da Diocleziano perché non voleva rinunciare alla fede cattolica. Ecco la sua storia, la spiegazione del miracolo del sangue e le curiosità che non tutti conoscono su San Gennaro, nel giorno della sua festa.
A cura di Redazione Napoli
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Il 19 settembre è la Festa di San Gennaro, un appuntamento importantissimo per i napoletani: San Gennaro è infatti il santo patrono di Napoli, e ogni anno in questo giorno si compie il cosiddetto "Miracolo di San Gennaro" all'interno del Duomo, in presenza di tutto il popolo napoletano.

Ma chi era San Gennaro, qual è stato il suo martirio e in cosa consiste il miracolo dello scioglimento del sangue nell'ampolla? Ecco cosa c'è da sapere sul patrono di Napoli, tra i personaggi più famosi dell'agiografia cristiana, in occasione del giorno dedicato a San Gennaro e alla sua festa a Napoli.

Chi era San Gennaro

Le informazioni sulla vita di San Gennaro mischiano storia, mito e religione, anche a causa della moltitudine di fonti che raccontano la sua vicenda.

Vissuto a cavallo tra III e IV secolo d.C., San Gennaro fu un martire: fu infatti fatto uccidere dall'imperatore romano Diocleziano, uno dei sovrani che maggiormente perseguitò i Cristiani.

Ciò che sappiamo sulla vita di San Gennaro deriva principalmente dagli "Acta Bononiensia" (Atti Bolognesi), che risalgono al VI secolo d.C. e coprono un arco di tempo che va fino al IX secolo d.C.

Tra le fonti che parlano di San Gennaro ci sono anche gli Atti Vaticani (VIII-XI secolo d.C.), il Calendario Cartaginese (505 d.C.), il Martirologio Geronimiano (V secolo d.C.), il Menologio di Basilio II (985 d.C.).

La vita

Le fonti su San Gennaro sono abbastanza concordi nel definire la sua data di nascita, il 21 aprile del 272 d.C., collocandolo quindi nell'ambito delle persecuzioni dei Cristiani per mano dell'imperatore Diocleziano all'interno dell'Impero Romano.

C'è meno certezza, invece, sul luogo che gli ha dato i natali: se idealmente si colloca la nascita di San Gennaro a Napoli, molte fonti sono in realtà concordi nell'affermare che San Gennaro sia nato a Benevento, dove poi portò avanti la sua attività apostolica e fu eletto vescovo. Di lui si racconta anche che fosse molto amato dai cristiani, e al tempo stesso tenuto in considerazione e rispettato dai pagani.

Le fonti non concordano neanche sulla provenienza sociale di San Gennaro: alcune riportano che nacque in una famiglia povera e perse prematuramente la madre, altre invece lo fanno nascere in una famiglia agiata.

Il nome

Gennaro non è il nome del santo, bensì il suo cognome, che all'epoca veniva chiamato "gentilizio". "Gennaro" deriva infatti da "Ianuarius", un appellativo che veniva dato a coloro che nascevano nel mese di Gennaio. Il nome vero di San Gennaro è probabilmente Procolo oppure Publio Fausto Gennario.

Il martirio

Come si sa, San Gennaro è un martire, ovvero un uomo che è morto perché non ha voluto rinunciare alla fede cristiana. Il suo martirio avviene all'inizio del IV secolo d.C., all'epoca di Diocleziano, uno degli imperatori che più ferocemente perseguitò i Cristiani.

Le fonti raccontano che San Gennaro si recò a Pozzuoli per andare a trovare il diacono Sossio (o Sosso), incarcerato dal proconsole della Campania Dragonio perché guida della comunità dei Cristiani nell'area dei Campi Flegrei.

San Gennaro si recò da lui insieme a Desiderio e Festo, credenti anch'essi, ma furono incarcerati insieme a Sossio e condannati a essere sbranati dagli orsi; a causa della simpatia che il popolo provava nei confronti dei prigionieri (la quale si sarebbe trasformata in proteste durante i giochi con gli orsi), il proconsole Dragonio li fece decapitare il 19 settembre del 205 d.C.

Le reliquie

Il culto di San Gennaro nasce e si diffonde fin dal V secolo d.C., configurandosi principalmente come culto delle reliquie, in particolar modo delle due ampolle contenenti il sangue del martire. Le fonti dell'età moderna, datate attorno al XV secolo, riportano che una donna chiamata Eusebia consegnò al vescovo le due piccole ampolle in cui era contenuto il sangue di San Gennaro, per le quali vennero costruite due cappelle (San Gennariello al Vomero, San Gennaro ad Antignano).

Il culto delle reliquie si diffuse velocemente: lo testimoniano i numerosi segni che i fedeli lasciavano all'interno della catacomba anche prima che Gennaro divenisse santo. La sua santificazione avvenne solo nel 1586, per opera di Papa Sisto V, e la tomba di San Gennaro divenne velocemente una vera e propria tappa di pellegrinaggio.

Il culto del santo divenne presto correlato alla protezione della città da eventi disastrosi, come nel caso dei terremoti o delle eruzioni del Vesuvio; la popolarità di San Gennaro crebbe a dismisura, tanto da offuscare quella di Sant'Agrippino, che fino a quel momento era stato il patrono del capoluogo partenopeo.

Già dal 512 d.C., in occasione di un'altra eruzione del vulcano, il vescovo Stefano I invocò San Gennaro e successivamente avviò la costruzione di una chiesa posizionata accanto alla chiesa di Santa Restituta, basilica la cui costruzione era stata voluta dall'imperatore Costantino. Sulle fondamenta di questa chiesa, chiamata Stefania in onore del vescovo, sorgerà poi il Duomo di Napoli.

All'interno di questa chiesa, il vescovo Stefano posizionò nella cripta il cranio di San Gennaro e le due celebri ampolle: spostare queste reliquie dalle catacombe alla cripta fu una decisione vincente, considerato che con il sacco dell'831 a opera dei Longobardi le ossa di San Gennaro furono saccheggiate dal cimitero sotterraneo e trasportate prima a Benevento, poi a Montevergine.

Nel 1492, quando le ossa furono ritrovate, si scelse dopo una lunga disputa di riportarle a Napoli insieme al cranio e alle due ampolle. Il cranio, poi, era stato spostato all'interno del celebre busto d'argento che fu fatto realizzare da Carlo II d'Angiò nel 1305. Una parte delle reliquie furono in seguito trasportate all'interno della Cappella del Tesoro: le ampolle, in particolare, furono posizionate all'interno di una teca che fu commissionata dal re Roberto D'Angiò.

Le ampolle con il sangue di San Gennaro

Le ampolle che contengono il sangue di San Gennaro sono due: la prima ha una forma ellittica, è di dimensioni maggiori ed è piena del sangue del santo per più della metà della sua capienza. La seconda, invece, ha una forma cilindrica ed è molto più piccola, e contiene solo alcune macchie ai lati del recipiente.

Delle due, per il miracolo di San Gennaro viene utilizzata soltanto la prima, in cui avviene la liquefazione del sangue del santo.

Il miracolo del sangue

Tra i diversi episodi miracolosi che vedono San Gennaro protagonista, il più importante ed emblematico è certamente il miracolo dello scioglimento del sangue del Santo contenuto nell'ampolla più grande, custodita all'interno del Duomo di Napoli.

Tra fede, tradizione, scienza e superstizione, il miracolo del sangue viene guardato con occhi meravigliati tanto dai fedeli quanto da chi non è credente. Ecco tutto ciò che c'è da sapere sul miracolo del sangue di San Gennaro.

La prima volta in cui il sangue si sciolse

Pare che la prima volta in cui il sangue nell'ampolla si sciolse fosse all'epoca dell'imperatore Costantino I: la tradizione narra che il vescovo Severo, riportando le ossa e il cranio di San Gennaro dall'Agro Marciano a Napoli, incontrò Eusebia, che portava con sè le sue ampolle. A contatto con il cranio di San Gennaro, ci sarebbe stato lo scioglimento del sangue.

Come funziona il miracolo di San Gennaro

Il rito della liquefazione del sangue di San Gennaro avviene tre volte l'anno, e consiste nello scioglimento del sangue del Santo all'interno dell'ampolla più grande. Il rito viene portato avanti dall'Arcivescovo di Napoli, che estrae l'ampolla dalla teca e inizia a scuoterla con dei movimenti codificati e che fanno parte del rituale. I gesti dell'arcivescovo vengono poi rafforzati dalle incitazioni dei fedeli, che invitano San Gennaro a fare il miracolo con un'intensità che aumenta via via che il tempo passa. Solitamente il sangue si scioglie in pochi minuti, iniziando a mostrare tutte le proprietà di un normale liquido.

Cosa pensa la Chiesa sul miracolo di San Gennaro

La posizione della Chiesa sul miracolo di San Gennaro è ambivalente: se da un lato il santo è parte della tradizione ecclesiastica codificata, è anche vero che San Gennaro è un santo "antico", vissuto in un'epoca in cui fede, superstizione e magia non avevano ancora contorni ben definiti. Proprio come per il culto di Maria, antichissimo, anche quello di San Gennaro possiede elementi e rituali che appartengono a un passato atavico e a un sistema di valori e simboli anche precedente al Cristianesimo stesso.

Il miracolo di San Gennaro spiegato con la tissotropia

Se si crede in San Gennaro e si è in generale dei Cristiani, il miracolo di San Gennaro non si spiega, perché ci si crede e basta. Ma come si spiega il miracolo di San Gennaro a chi non è credente? Con la scienza: qualche tempo fa il CICAP all'interno di un articolo dedicato ha parlato del concetto di "tissotropia", un fenomeno che riguarda determinate sostante. Queste sostanze sono rinvenibili nella natura allo stato solido ma, dopo una serie di movimenti, possono passare allo stato liquido: un esempio di sostanza tissotropica è la molisite, un minerale molto facile da trovare nell'area vesuviana, che probabilmente è alla base della composizione del "sangue" di San Gennaro.

Quante volte avviene il miracolo

Il miracolo di San Gennaro avviene tre volte durante l'anno:

  1. a maggio, durante il primo sabato del mese: vi è la processione del busto di San Gennaro e del reliquiario con le ampolle, al termine della quale avviene la liquefazione del sangue;
  2. il 19 settembre, nella data in cui si ricorda il martirio del santo: vi è una celebrazione solenne all'interno del Duomo, in presenza del cardinale arcivescovo. Si tratta di un momento importantissimo per i fedeli, che partecipano con trasporto e commozione all'accadere del miracolo. Il sangue sciolto resta visibile per gli otto giorni successivi, dopodiché l'ampolla viene rimessa al suo posto;
  3. il 16 dicembre, in occasione della Festa del patrocinio di San Gennaro, che ricorda l'eruzione del Vesuvio 1631 e la lava che si fermò dal ricoprire Napoli proprio grazie all'invocazione del Santo.

Il miracolo avviene sempre? In realtà no: storicamente, non sono state poche le occasioni in cui il sangue non si è sciolto. All'interno del diario dei Canonici del Duomo sono annotate tutte le variazioni avvenute nei secoli: sangue che non si è sciolto, oppure già sciolto all'apertura della teca.

San Gennaro santo di serie B?

Come abbiamo già detto in relazione al miracolo del sangue, San Gennaro è un santo particolare, la cui valenza per la Chiesa è stata ambigua nel corso dei secoli. Dal 1963 al 1965, durante il Concilio Vaticano II, la Congregazione dei riti scelse di eliminare San Gennaro dal calendario dei santi: la riforma liturgica del 1969 completò questo processo, dichiarando insufficienti le testimonianze del fatto che San Gennaro fosse realmente esistito.

Ciò causò una vera e propria ribellione del popolo napoletano, che costrinse la Congregazione a dare culto al santo, ma soltanto nel capoluogo partenopeo: i napoletani la presero bene e reagirono con l'iconica ironia del popolo partenopeo (celebri gli striscioni con scritto "San Gennaro futtitenn").

4 curiosità che forse non sai su San Gennaro

Il culto di San Gennaro è ampio e sfaccettato, e ha prevaricato i confini dell'Italia anche grazie all'emigrazione di tanti Napoletani in tutti gli angoli del mondo. Ecco quattro cose che forse non sai sul santo patrono di Napoli.

1. Le reliquie in Germania

La tradizione sul santo riporta che una parte delle sue reliquie, nel 831 d.C., arrivò persino in Germania. Ancora oggi, si crede che alcuni dei suoi resti siano custoditi a Reichenau, piccola città facente parte di un'isoletta nel lago di Costanza, al confine con l'Austria e la Svizzera. Qui viene tuttora celebrato il culto di San Gennaro.

2. L'appellativo "Faccia Gialla"

San Gennaro non è solo il santo patrono di Napoli, ma è percepito dai partenopei come il loro unico protettore. Uno dei soprannomi di San Gennaro è "faccia ‘ngialluta", cioè "faccia gialla": il nome è dovuto al colore del busto rappresentante il volto del santo e realizzato in oro giallo.

3. Una città piena di santi

San Gennaro non è il solo santo patrono della città: Napoli, infatti, ha il più alto numero di santi patroni in assoluto, ben 52.

4. La festa di San Gennaro a Little Italy

Fin dal 1926, anche nel quartiere italiano della città di New York si festeggia la festa di San Gennaro. Il 19 settembre a Little Italy arrivano migliaia di italoamericani da tutti gli angoli degli Stati Uniti, per celebrare il rito a distanza con una festa che dura molti giorni e prevede una processione per le strade del quartiere.

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