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Rapinavano e ferivano i motociclisti tra Secondigliano e Napoli Nord, sgominata la banda

I carabinieri hanno identificato gli autori di 4 rapine. La banda agiva tra Secondigliano e i Comuni a Nord di Napoli come Casavatore e Giugliano.
A cura di Pierluigi Frattasi
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Sgominata la banda di rapinatori che terrorizzava e feriva le persone tra Secondigliano e Casavatore. I carabinieri della compagnia di Casoria e della Stazione di Casavatore hanno dato esecuzione a un'ordinanza cautelare emessa del gip del tribunale di Napoli Nord, su richiesta della Procura della Repubblica di Napoli Nord, nei confronti di 13 persone, tre delle quali destinatarie della custodia cautelare in carcere, perché gravemente indiziate dei reati di rapina aggravata, lesioni personali gravi, detenzione e porto illegale in luogo pubblico di armi comuni da sparo. Altre dieci persone indagate sono ritenute responsabili, a vario titolo, dei reati di favoreggiamento personale ed indebito utilizzo di dispositivi idonei alla comunicazione da parte di soggetti detenuti.

Le indagini hanno consentito di identificare gli autori di quattro rapine. Due erano state consumate a Casavatore e nel quartiere Secondigliano di Napoli nei confronti di due motociclisti ai quali, sotto la minaccia di una pistola, erano stati sottratti i loro scooter. Due tentate rapine sono state commesse a Giugliano in Campania (ai danni del conducente di un'autovettura che riportava gravi lesioni in seguito all'esplosione di un colpo di pistola al gluteo) e a Casavatore (ai danni del conducente di uno scooter che riportava, anch'egli, lesioni gravi in seguito all'esplosione di un colpo di pistola alla gamba).

Il motociclo utilizzato per la prima rapina, commessa a Casavatore, era stato fornito ai rapinatori da un altro soggetto resosi responsabile del reato di favoreggiamento, rendendo false dichiarazioni alla polizia giudiziaria. Identificati nove detenuti, otto dei quali reclusi nella casa circondariale di Poggioreale" e uno nella casa di reclusione di massima sicurezza di Carinola (Caserta) che facevano uso di telefoni cellulari per comunicare all'esterno del carcere con parenti, familiari e conoscenti.

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