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“Questa occasione ce la manda il Padreterno”: la camorra che sfrutta la festa per l’agguato

Quando i killer di camorra sfruttano occasioni ‘propizie’ per portare a termine le missioni di morte. Come nel caso della festa scudetto del Napoli.
A cura di Nico Falco
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Scena dal film "Il Camorrista"
Scena dal film "Il Camorrista"

Il letto comincia a tremare per il terremoto. Il "Professore" esce di corsa, anche gli altri detenuti si fiondano verso i cancelli. Mentre gli agenti della Penitenziaria aprono le porte per fare passare tutti, il boss afferra due affiliati e gli dice: «Questa occasione ce la manda il Padreterno, deve essere l'apocalisse per la vecchia camorra!».

La scena de "Il Camorrista", il film del 1986 di Giuseppe Tornatore ispirato alla vita di Raffaele Cutolo (che per l'occasione diventa "Il Professore di Vesuviana" e non di Ottaviano), racconta, romanzato, un episodio vero: il massacro nel carcere di Poggioreale del 1980.

La frase, tra le più memorabili del film, è diventata iconica. Tant'è che, difficilmente per una coincidenza, è quella che usa anche Emilia Sibillo, moglie del ras Giuseppe Buonerba e soltanto omonima dei rivali del clan Sibillo, per l'omicidio di Salvatore D'Alpino, ucciso il 30 luglio 2015 nella faida di Forcella. E una frase, soprattutto, che non ha bisogno di spiegazioni: significa che, anche se per un caso fortuito, si sono create le circostanze adatte per risolvere una questione già in programma. L'omicidio di Enzo Costanzo potrebbe essere maturato proprio in un contesto del genere: ucciso durante i festeggiamenti per lo scudetto del Calcio Napoli.

Figlio del boss ucciso nella notte dello scudetto del Napoli

Quando è iniziata a circolare la notizia dell'omicidio si era anche pensato che si trattasse dell'ennesima vittima di una pallottola vagante, di qualcuno che aveva deciso di festeggiare sparando per strada. Ipotesi, però, subito tramontata: Costanzo è stato raggiunto da almeno sette proiettili e sono rimasti feriti anche i tre giovani che erano con lui, tra cui la fidanzata. Un agguato, insomma, con la chiara intenzione di uccidere.

Con tutta probabilità i killer lo avevano seguito, da Ponticelli o con l'appoggio di qualcuno del posto, e avevano deciso di colpire mentre era su quella panchina di piazza Volturno, adiacente a piazza Carlo III. E, se è vero che l'omicidio non c'entra nulla coi festeggiamenti per lo scudetto, si può invece dire senza timore di smentita che i killer hanno sfruttato quel caos per entrare in azione indisturbati, consapevoli che il rumore degli spari si sarebbe confuso con quello dei botti e che sarebbero riusciti a scappare facilmente.

La strage nel carcere di Poggioreale, 1980

Così come era successo la notte del 23 novembre 1980. È proprio a questo episodio che si ispira la scena de "Il camorrista": è la notte del terremoto, il carcere di Poggioreale finisce nel caos, le celle vengono aperte e si ritrovano faccia a faccia anche i Cutoliani e gli affiliati alla Nuova Famiglia. Alla fine degli scontri il bilancio è di tre morti: Michele Casillo, Antonio Palmieri e Giuseppe Clemente.

Cutolo viene interrogato dopo la deposizione di Pasquale D'Amico, ex affiliato alla Nco. E ammette di avere colpito Casillo, ma di avergli sferrato 2 coltellate, non le 84 rilevate dall'autopsia:

Io stavo rientrando nella mia cella insieme a Catapano (Raffaele Catapano, altro affiliato) quando ho visto questo Casillo che ha aggredito Catapano. Lo ha colpito con una martellata, o con un arnese da muratore, il mio compagno è diventato subito una maschera di sangue, al che io sono intervenuto per dividere i due. Casillo a questo punto ha aggredito anche me e io gli ho sferrato due coltellate.

Agguato a Napoli nella notte di Capodanno, 2022

E probabilmente i festeggiamenti, e soprattutto il rumore dei botti, sono stati il diversivo scelto da chi ha ucciso Salvatore Capone, pregiudicato 42enne ritenuto legato ai clan di Fuorigrotta ma anche referente per conto dei Licciardi di Secondigliano e molto vicino agli Esposito di Bagnoli. L'uomo è stato ammazzato a Capodanno, intorno alle 3 nella notte tra il 31 dicembre e il 1 gennaio 2022 nel Rione Lauro, nei pressi di casa sua, nel quartiere della periferia Ovest. Ed anche in quel caso si è subito capito che i festeggiamenti non erano stati la causa, ma il diversivo.

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