Piazza Plebiscito, nei locali del colonnato mini-musei per raccontare Napoli

Il museo di Renato Carosone, quello della Ferrovia di Pietrarsa e dell'Università Federico II, che rappresentano due primati di Napoli, oltre alle botteghe dell'eccellenza napoletana. Sono solo alcune delle idee per rilanciare i locali del colonnato di piazza del Plebiscito. Attualmente, questi spazi, che si trovano nel porticato della Basilica di San Francesco di Paola, sono in gran parte chiusi al pubblico. L'obiettivo, però, è di riqualificarli e di riaprirli.
Ma cosa ci sarà all'interno? Il dibattito in città è aperto, tra chi vorrebbe destinarli a bar e caffetterie con i tavolini, come avviene a piazza San Marco a Venezia, e chi, invece, vorrebbe assegnarli alle botteghe artigiane locali, come ulteriore vetrina per i tesori partenopei. Se ne discuterà in commissione Cultura, al Comune di Napoli, dove già stanno fiorendo le prime idee, che potrebbero poi essere raccolte in un documento da inviare al costituendo tavolo tra Comune, Prefettura, Fec, Agenzia del Demanio e Mic.
Paipais: "Mini-musei nel colonnato del Plebiscito"
Il percorso per arrivare alla riapertura e all'assegnazione dei locali del colonnato del Plebiscito è stato molto lungo e faticoso, anche a causa dei tanti enti che hanno competenza in materia e devono sedersi allo stesso tavolo. "La svolta per il colonnato di Piazza Plebiscito – commenta Gennaro Demetrio Paipais, consigliere comunale – con la firma del protocollo di intesa dello scorso 3 agosto potrà avere maggiore attenzione se oltre alle autorevoli botteghe di eccellenza napoletane ci saranno anche dei minimusei con i tanti primati che la nostra comunità vanta".
Il consigliere comunale di Manfredi Sindaco lancia una proposta:
"Ed è per questo che ho avanzato al presidente della commissione cultura del Comune di Napoli Luigi Carbone la calendarizzazione di una seduta di commissione nella quale valutare di indirizzare proposte al costituendo tavolo tra Comune, Prefettura, Fec, Agenzia del Demanio e Mic che tengano conto della previsione sia delle botteghe sia dei tanti primati che potrebbero essere rappresentati in piccoli musei: dalla prima Università alla prima stazione nonché ai tanti autorevoli esponenti dei diversi campi che hanno portato la nostra città in tutto il mondo. Musei e botteghe che faranno da cornice ai grandi eventi che già da tempo si tengono in Piazza".
Ma come potrebbero sostenersi queste attività all'interno dei locali del colonnato?
"Si potrebbe attingere da opportunità di fondi europei per i settori culturale e creativi – ipotizza Paipais – Ma questo profilo potrà essere approfondito dai diversi attori istituzionali che siedono al tavolo. Napoli è sempre stata la culla della cultura, del Teatro, della Musica, del Cinema, della Poesia, del Diritto, dello Sport, della Gastronomia, di artisti, di letterati e di autorevoli esponenti delle istituzioni. Sarebbe bello valorizzarli".