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Pasquale Zagaria, la Procura dice no alla proroga dei domiciliari: ma lui non tornerà in carcere

La Procura distrettuale di Napoli ha respinto la richiesta di proroga degli arresti domiciliari del boss del clan dei Casalesi, Pasquale Zagaria, tuttavia il boss, che attualmente è in cura presso un ospedale della Lombardia a causa di una grave neoplasia diagnosticata l’ottobre scorso, non tornerà in carcere, in quanto il suo rientro è condizionato alla decisione della Corte Costituzionale sul decreto Bonafede.
A cura di Pierluigi Frattasi
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La Procura distrettuale di Napoli ha espresso parere negativo alla richiesta di proroga degli arresti domiciliari di Pasquale Zagaria, tuttavia il boss del clan dei Casalesi, che attualmente è in cura presso un ospedale della Lombardia a causa di una grave neoplasia diagnosticata l'ottobre scorso – e da aprile è ai domiciliari – non tornerà in carcere, in quanto il suo rientro è condizionato alla decisione della Corte Costituzionale sul decreto Bonafede del 29 aprile scorso, soprannominato la legge anti-boss, impugnato dal Tribunale di Sorveglianza di Sassari che ha sollevato l'eccezione di illegittimità. Durante la pandemia del Covid, infatti, si è assistito al fenomeno della scarcerazione di molti mafiosi per questioni sanitarie. Il decreto andava a normare questo fenomeno, ma è stato congelato per la valutazione della Consulta. Nel complesso sono 112 i boss ancora liberi che il decreto non è riuscito a riportare in carcere.

Nel caso di Pasquale Zagaria, detto “Bin Laden”, fratello di Michele, i giudici hanno accolto i rilievi sollevati dai suoi legali, che sostengono l’incostituzionalità del decreto Bonafede. Secondo gli avvocati, infatti, la norma limiterebbe l'autonomia e l'indipendenza dei giudici, riducendo il loro potere di valutazione in merito alla decisione di revocare i domiciliari e realizzerebbe un'illegittima ingerenza del potere esecutivo-legislativo su quello giurisdizionale. Zagaria era stato portato a curarsi in Lombardia, perché in Sardegna le strutture sanitarie erano state tutte riconvertite per il Covid19.

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