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Papa Francesco ricorda il terremoto in Irpinia del 1980: “Dopo 40anni ferite ancora non rimarginate”

A quarant’anni dal terremoto del 23 novembre 1980 in Irpinia, Papa Francesco ha voluto durante l’Angelus di oggi ha voluto mandare un messaggio di vicinanza alle popolazioni colpite da quel terribile disastro: “Quell’evento drammatico, le cui ferite anche materiali non sono ancora del tutto rimarginate, ha evidenziato la generosità e la solidarietà degli italiani”.
A cura di Pierluigi Frattasi
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A quarant'anni dal terremoto del 23 novembre 1980 in Irpinia, Papa Francesco ha voluto durante l'Angelus di oggi ha voluto mandare un messaggio di vicinanza alle popolazioni colpite da quel terribile disastro. “Desidero inviare un pensiero speciale alle popolazioni della Campania e della Basilicata – ha detto il Sommo Pontefice durante l'Angelus di oggi – a 40 anni dal disastroso terremoto che ebbe il suo epicentro in Irpinia e seminò morte e distruzione. Quell'evento drammatico, le cui ferite anche materiali non sono ancora del tutto rimarginate, ha evidenziato la generosità e la solidarietà degli italiani. Ne sono testimonianza tanti gemellaggi tra paesi terremotati e quelli del nord e del centro i cui legami ancora sussistono queste iniziative hanno favorito il faticoso cammino della ricostruzione e soprattutto la fraternità tra le diverse comunità della Penisola”.

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Erano le 19,34 del 23 novembre del 1980 quando si avvertì la prima terribile scossa del terremoto di magnitudo 6.9  con epicentro in Irpinia, che in 90 secondi devastò la Campania, la Basilicata e una parte della provincia di Foggia, provocando danni enormi, circa 3mila vittime. Tantissimi i Comuni che furono colpiti, Sant'Angelo dei Lombardi, Lioni, Conza della Campania, Castelnuovo di Conza, Laviano, Buccino, compresa la città di Napoli, dove crollò un palazzo in via Stadera. Alcuni, come il Comune di Apice, in provincia di Benevento, già colpito dal sisma del Sannio del 1962, furono definitivamente abbandonati e solo recentemente si stanno ripopolando. Circa 300mila gli sfollati. All'epoca il Papa era Giovanni Paolo II e il presidente della Repubblica Sandro Pertini. Domani, ad Avellino, in segno di rispetto, alle 19,34, si terrà un minuto di silenzio, come richiesto dalla Prefettura.

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