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Occuparono il Liceo Vico a gennaio per protesta anti-Covid, ora tre studenti rischiano la bocciatura

Occuparono il Liceo Gianbattista Vico di Napoli il 27 gennaio scorso nell’ambito delle proteste studentesche Covid, ora tre alunni rischiano la bocciatura. I tre ragazzi sono stati convocati al Consiglio di Istituto straordinario “per rispondere a delle accuse mosse nei loro confronti riguardanti l’occupazione”. I tre giovani hanno già rigettato le contestazioni, ma rischiano una sospensione. Presidio di sostegno degli studenti per i 3 colleghi.
A cura di Pierluigi Frattasi
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Occuparono il Liceo Gianbattista Vico di Napoli il 27 gennaio scorso nell'ambito delle proteste studentesche Covid, ora tre alunni rischiano la bocciatura. I tre ragazzi sono stati convocati al Consiglio di Istituto straordinario "per rispondere a delle accuse mosse nei loro confronti riguardanti l’occupazione". I tre giovani hanno già rigettato le contestazioni, ma rischiano una sospensione che potrebbe pregiudicare il loro anno scolastico. A denunciare l'accaduto l'Unione degli Studenti di Napoli, che assieme ad altri associazioni e movimenti studenteschi, ha manifestato la propria solidarietà ai tre studenti e al corpo studentesco del Liceo Vico. Gli studenti hanno organizzato un presidio di sostegno ai tre colleghi.

Il Liceo Vico è stato occupato il 27 gennaio scorso. Gli studenti delle superiori di Napoli erano in agitazione per le modalità di rientro in classe per le lezioni in presenza. I giovani protestavano contro lo stato di abbandono del sistema scolastico, le misure preventive, a loro giudizio carenti, contro il rischio contagio da Coronavirus, e le scarse manutenzioni. Dopo l'ordinanza del Tar della Campania che ha bocciato i provvedimenti regionali, le superiori hanno avuto facoltà di poter far scegliere alle famiglie l'offerta di DaD. Moltissime classi oggi hanno optato per le lezioni a distanza. "Esprimiamo tutta la nostra solidarietà agli studenti e alle studentesse del Liceo Vico di Napoli – scrive l'Unione degli Studenti di Napoli – condividiamo il loro comunicato: ‘Tre studenti del G.B. Vico, Beatrice, Gabriele e Luca, sono stati convocati in data 23 febbraio 2021 ad un consiglio d’istituto straordinario per rispondere a delle accuse mosse nei loro confronti riguardanti l’occupazione avvenuta in data 27 gennaio 2021. Vengono chiamati a rispondere ad accuse per cui sono già stati puniti con un 6 in condotta, prima di essere stati convocati e di avere avuto la possibilità di difendersi. Le accuse in questione risultano oltretutto essere infondate e false: ingresso con effrazione o scasso nell’edificio – non siamo entrati forzando nessuna porta o finestra; interruzione o impedimento dell’attività didattica – la didattica è sempre continuata in DaD durante l’occupazione e anche successivamente in data primo febbraio, noi stessi abbiamo seguito le lezioni dall’edificio; impedimento dell’ingresso di personale scolastico e di altri studenti – abbiamo sempre garantito l’ingresso agli studenti e alla segreteria lasciando anche libero il primo piano; danni che causano situazioni di pericolo per le persone – non sono stati individuati danni effettivi e gravi all’edificio".

I tre ragazzi rischiano la sospensione

"Il 23 – prosegue la nota – attraverso votazione, si deciderà se assegnare ai ragazzi la piena sospensione (che ammonterebbe a più di 30 giorni con conseguente 5 in condotta e bocciatura) o una pena ridotta. Non sussistendo le accuse questo si dimostra un processo ideologico. Si tratta, come affermato proprio da chi muove queste accuse, di una “punizione esemplare” ovvero di una punizione che ha come scopo quello di mostrare cosa succede a chi si oppone, a chi lotta per un ideale. Una punizione che diventa intimidazione e minaccia per noi tutti. In questo periodo di mobilitazioni in tutta Italia, in nessun istituto occupato (da Roma a Milano) sono stati presi provvedimenti del genere. Oltretutto, si tratta dell’occupazione di un edificio vuoto, che non ha interrotto la didattica, che non aveva come intenzione quella di andare contro l’amministrazione dell’istituto (come ripetuto più e più volte) e che non ha riportato danni degni di nota. Ma non si tratta più di questo: si tratta di coscienza, di libertà".

"Si parla di libertà di opinione – concludono gli studenti – e non più soltanto di un’occupazione in quanto di tutti gli occupanti solo tre sono stati chiamati in causa: i tre che ci hanno “messo la faccia” e che hanno quindi pubblicamente espresso il loro dissenso. Ed ognuno di noi potrebbe essere al posto loro, al posto di chi ha avuto il coraggio di combattere per un’ideale e che per questo rischia di avere bloccato il futuro. Siamo disposti a prenderci le nostre responsabilità ed eravamo consapevoli di cosa stavamo facendo e di ciò che poteva comportare, ma nessuno avrebbe mai potuto immaginare ripercussioni così gravi e repressive. Quei tre ragazzi sono parte di noi, parte di un corpo studentesco, e meritano la nostra solidarietà. Nessuno studente è solo, nessuno studente verrà lasciato indietro".

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