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La morte di Luigi Caiafa a Napoli

Napoli, ucciso da polizia a 17 anni durante rapina: cosa sappiamo sulla morte di Luigi Caiafa

Napoli, tentativo di rapina a mano armata nella notte di domenica 4 ottobre in via Duomo: arriva un’auto della polizia, uno degli agenti in borghese spara e uno dei due rapinatori, un 17enne, muore colpito alla gola. È quanto sappiamo al momento sulla vicenda nella quale è deceduto il giovane Luigi Caiafa. Il complice, Ciro De Tommaso, sarà interrogato. Sarà sentito anche il poliziotto che ha sparato e che al momento non risulta indagato. La pistola usata per la rapina è un’arma finta.
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Prima cosa da chiarire: non c'è stato un confitto a fuoco con la polizia, nella notte di domenica 4 ottobre 2020, a Napoli, all'angolo tra via Duomo e via Marina, dove è stato ucciso Luigi Caiafa, 17enne della zona, che sarebbe stato ucciso da agenti di Polizia, squadra Falchi, dopo essere stato sorpreso nel tentativo di rapina insieme ad un complice, Ciro De Tommaso,  a sua  volta arrestato (è risultato essere il figlio di Genny ‘a Carogna, ex capo ultras del Napoli oggi in carcere). Non c'è stato conflitto a fuoco perché una pistola era finta. Quella in mano al rapinatore era una replica di un'arma: da lontano è simile a quella vera ma non ospita proiettili veri.

La dinamica dei fatti

La dinamica dei fatti, al momento, stando alle cose che sappiamo da fonti di polizia e investigative è la seguente: in due, con il volto coperto da casco e un'arma finta, avrebbero minacciato 3 persone  a bordo in un'auto Mercedes Classe A ferma a lato della strada, per rapinarle. In quel momento – siamo tra via Duomo e via Marina e sono le 4.30 di notte  – è intervenuta un'auto della polizia. È una vettura che non ha "insegne di istituto", cioè non è contrassegnata come della Polizia. È un'auto civetta.

Secondo quanto riferito da fonti di polizia, gli agenti  – che erano in borghese – sarebbero giunti dopo la segnalazione di rapina in corso. Sempre secondo fonti di polizia la zona era da tempo "attenzionata" per la frequenza di rapine-replica, cioè crimini condotti con la stessa dinamica. In effetti, solitamente i turni dei Falchi terminano verso mezzanotte. Interventi del genere farebbero ipotizzare un servizio mirato, teso appunto a individuare e incastrare soggetti già nel mirino.

L'inchiesta sulla morte di Caiafa

Il faccia a faccia tra agenti e rapinatori sarebbe (condizionale d'obbligo) iniziato con Caiafa che avrebbe incitato a sparare contro i poliziotti De Tommaso (ma potrebbe essere stato anche il contrario, per capire com'è andata occorrerà del tempo e non è detto che si riesca a stabilirlo) ed è finito con tre colpi esplosi dalla pistola di uno dei poliziotti. Uno di questi ha ferito mortalmente alla gola (ma su questo aspetto dirimente sarà l'autopsia nelle prossime ore) il diciassettenne, già con precedenti e sotto misura giudiziaria dimessa alla prova" e durante il giorno garzone di pizzeria sotto casa.

La Procura di Napoli ha aperto un'inchiesta, il pubblico ministero è Claudio Basso (Sezione III- Criminalità economica). Al momento, il poliziotto che la scorsa notte ha sparato uccidendo il 17enne non è indagato, ma la formalizzazione di eventuali ipotesi d'accusa potrebbe arrivare anche domani. Verrà interrogato lunedì 4 ottobre. Il complice della vittima, invece, a quanto si apprende da fonti legali potrebbe avvalersi della  facoltà di non rispondere. Lo scooter utilizzato per commettere il reato, un Liberty 250, è risultato rubato; le pistole – quella che ha sparato e la replica d'arma in uso alla vittima –  saranno sottoposte a indagine balistica. Determinante sarà la testimonianza delle tre vittime di rapina nell'auto.

I video sulla morte di Luigi Caiafa

Cosa sia accaduto lo potranno testimoniare gli agenti della pattuglia Falchi che sono intervenuti esplodendo colpi d'arma da fuoco che hanno portato alla morte di Caiafa. Cosa sia accaduto lo potrà potrà testimoniare il giovane Ciro De Tommaso, già pregiudicato, accusato di rapina e in procinto di finire a Poggioreale.

Cosa sia accaduto lo potranno dire alcune telecamere: ce ne sono di un centro revisioni auto posto alla fine di via Duomo,  forse altri occhi elettronici dall'altro lato della strada.  Su via Marina, proprio vicina al bar all'angolo con via Duomo, c'è un impianto di videosorveglianza stradale. Ma se l'intero fatto si è consumato su via Duomo è chiaro che l'impianto non ha ripreso granché. La zona è popolosa, ma alle quattro del mattino nessuno ha visto o sentito.

Il questore di Napoli, Alessandro Giuliano, con una nota ufficiale ha dichiarato quanto segue:

Il Capo della Polizia, con cui sono in costante contatto e che segue attentamente la vicenda,  pur nel pieno rispetto degli esiti dei doverosi accertamenti della Magistratura e dell’umana pietà per la morte di un ragazzo, mi ha raccomandato di rinnovare la sua vicinanza e il sostegno agli operatori della Polizia di Stato come delle consorelle forze di polizia che sono chiamati, rischiando la vita, ad affrontare un contesto criminale diffuso ed estremamente pericoloso.

Proprio poche ore dopo il fatto di sangue al Viminale era stato convocato un vertice – focalizzato sui controlli anti-Covid – col presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, il capo della Polizia Franco Gabrielli e il ministro dell'Interno Luciana Lamorgese.

C'è un altro particolare che al momento non ha alcun riscontro investigativo e che rappresenta però la versione dei parenti di De Tommaso. Intervistati da Fanpage.it, i parenti di Ciro, il complice di Luigi, sostengono che non si sarebbe trattato di una rapina ma di una finzione:

  "Il ragazzo rapinato era del quartiere, la rapina era fatta apposta (finta ndr.) con la pistola a salve" ha sostenuto una delle persone intervistate".

(articolo aggiornato il 5 ottobre 2020 ore 7.50)

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