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Piazza Dante, il Comune sfratta le bancarelle storiche delle cinture dopo 115 anni

Sono lì dal 1908, ma per la Soprintendenza oggi non sono più compatibili con l’edificio Seicentesco Palazzo Ruffo di Bagnara, vincolato. Il Comune ha avviato la revoca della concessione. È protesta.
A cura di Pierluigi Frattasi
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La storica bancarella di cappelli e cinture di piazza Dante oggi e negli anni '40
La storica bancarella di cappelli e cinture di piazza Dante oggi e negli anni '40

Sfrattate dopo 115 anni le bancarelle storiche di piazza Dante davanti a Palazzo Ruffo di Bagnara. Sono lì dal 1908 e fanno ormai parte dell'immagine della piazza per migliaia di turisti e cittadini. Per la Soprintendenza, però, oggi non sono più compatibili con l’edificio Seicentesco, sul quale c’è un vincolo monumentale, e sull’intero invaso della piazza. Il Comune di Napoli con una nota inviata il 21 febbraio scorso ha comunicato “l’avvio del procedimento di revoca dell’autorizzazione e decadenza della concessione”, l’ultima risale al 2002, e concesso 20 giorni di tempo per presentare eventuali controdeduzioni.

Le bancarelle sono lì da più di 100 anni

Le storiche bancarelle, oggi gestite dai fratelli Giovanni e Gennaro Amodio, esistono in piazza Dante da oltre un secolo, all’angolo di Palazzo Ruffo di Bagnara, un edificio realizzato nel XVII secolo. I fratelli Amodio chiedono di poter restare lì, dove si trova la bancarella da oltre 100 anni.

In una lettera della Reale Arciconfraternita della Immacolata Concezione San Francesco e Santa Brigida dell’Arte dei Calafati del 1950, si legge:  “Il consiglio di amministrazione concede il permesso di stare con il banco di vendita di oggetti di chincaglieria accanto il cancello della Chiesa al signor Degli Onofri Gennaro, persona che è mutilato della gamba sinistra, e poi occupa quel posto dal 1908 in considerazione di quanto su vie è esposto”.

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Col tempo, la merce in vendita è cambiata. Alle chincaglierie si sono sostituite spazzole e pipe e poi ancora cappelli, cinture e altri gadget. Quelle bancarelle sono diventate negli anni un pezzo riconoscibile di piazza Dante, meta di turisti e cittadini.

Perché la Soprintendenza ha bocciato la concessione

Ma come è stato possibile che la Soprintendenza e il Comune siano intervenuti solo adesso? Il caso è scoppiato lo scorso anno. Quando a luglio il Comune ha avviato i rinnovi delle concessioni di mercati e bancarelle per il decennio 2022-’32, è stata avviata una istruttoria. Siccome su Palazzo Ruffo di Bagnara c’è un vincolo di tutela monumentale, il Municipio il 23 novembre scorso ha chiesto un parere alla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Napoli per il nulla osta per il rinnovo della concessione.

Il 30 novembre la Soprintendenza ha risposto, però, negativamente: Per “il Palazzo Ruffo di Bagnara, in relazione non solo alla monumentalità del palazzo, ma anche alle specifiche caratteristiche storico architettoniche dell’intero invaso della piazza”.

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Aiello: "È una storia assurda"

La vicenda dei bancarellari storici è stata presa a cuore dai consiglieri Giuseppe Aiello, della III Municipalità, e Luigi Aiello, della II Municipalità: “A me sembra una storia assurda – dice a Fanpage.it. – come è possibile che la Soprintendenza si sia mossa dopo oltre 100 anni. Peraltro, il Comune ha avviato la revoca della concessione a persone che sono in regola con i pagamenti del canone di occupazione suolo e senza nemmeno proporre una ricollocazione alternativa in piazza, che pure ci sarebbe. Poco distante, ad esempio, c’è il chiosco in stile Liberty che è chiuso da tempo immemorabile e lasciato all’abbandono”.

Luigi Aiello in commissione commercio alla II Municipalità ha sottolineato la "mancanza da parte del Comune di una soluzione alternativa alla ricollocazione delle bancarelle che oltre tutto sono un punto caratteristico e di attrazione turistica". Mentre la vicenda è stata sollevata in consiglio comunale, nella seduta del 7 marzo, dalla consigliera Alessandra Clemente.

Il piano di riordino di piazza Dante e Port'Alba

Ma la situazione è più complessa. Per le bancarelle di piazza Dante e Port’Alba, infatti, il Comune di Napoli già da diversi anni sta studiando un piano di riordino. Nel 2016 l’ex amministrazione De Magistris avviò uno studio per un progetto di decoro, preparato dalla II Municipalità e da approvare in Soprintendenza, con un numero di chioschi adeguato alla riqualificazione di tutti gli esercizi commerciali di piazza Dante su suolo pubblico.

I chioschi sarebbero poi stati assegnati con una gara, concedendo il diritto di prelazione ai bancarellari storici. Ma che fine ha fatto questo progetto?

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