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Melillo: “Rischio che la camorra acceda ai finanziamenti pubblici dell’emergenza Covid”

La malavita organizzata è pronta a sfruttare anche i fondi governativi per la ripresa post Covid-19, e c’è il concreto rischio che si infiltri nel circuito dei finanziamenti con imprese indirettamente controllate. Lo ha spiegato il procuratore di Napoli, Giovanni Melillo, nel corso della conferenza stampa sull’arresto di Antonio Di Martino, boss della camorra dei Monti Lattari, latitante dal dicemnre 2018.
A cura di Nico Falco
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Ci sono "rischi gravi e concreti di accesso di imprese collegate al crimine organizzato ai finanziamenti garantiti dalla mano pubblica per consentire il ristoro e rilancio delle attività economica". Ovvero: la faccia imprenditoriale della camorra si è già attivata per inserirsi anche nei fondi per la ripresa economica ed è pronta ad approfittare, tramite imprese e aziende indirettamente controllate, dei finanziamenti governativi stanziati e da stanziare per aiutare imprenditori e commercianti in crisi per la pandemia Covid-19. Lo ha spiegato il procuratore di Napoli, Giovanni Melillo, durante la conferenza stampa indetta sull'arresto di Antonio Di Martino, boss dei Monti Lattari latitante da due anni.

"Vi sono ambiti di operatività delle organizzazioni camorristiche – ha spiegato Melillo – che hanno ricevuto una straordinaria spinta dall'emergenza pandemica. La naturale vocazione imprenditoriale ne risulta straordinariamente accentuata". "È del tutto evidente – ha continuato – che le organizzazioni criminali sono in grado di immettere in questa fase così difficile della vita economica e sociale del Paese grandi risorse sia nell'acquisizione di attività economiche in gravi crisi di liquidità sia occupando settori di impresa collegata all'emergenza sanitaria. La multiforme dimensione imprenditoriale delle principali organizzazioni camorristiche permette margini di adattamento alle nuove necessità e consente di operare senza i bisogni di liquidità e le difficoltà tipiche delle imprese non governate da interessi criminali".

Che la camorra volesse sfruttare anche la Covid-19 era emerso anche da diverse inchieste e suggerito dal rapporto di Libera e Lavialibera: nel 2020 c'è stato un aumento di casi di usura e riciclaggio e un boom di interdittive antimafia (6 al giorno) verso aziende ritenute collegate alla criminalità. "Questa fase della pandemia è una fase di profonda trasformazione del crimine organizzato – ha aggiunto ancora il procuratore Melillo – ci sarà molto da lavorare e questo a prescindere dal tema che, insieme al procuratore di Milano Greco, abbiamo sollevato sui rischi concreti di accesso di imprese collegate al crimine organizzato ai finanziamenti garantiti dalla mano pubblica".

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