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Covid 19

“Medici stressati per Covid e vaccini. Alto rischio contagio: gli anziani non rispettano i protocolli”

Medici di famiglia lasciati senza guanti e mascherine. Quando si parla di loro possono anche morire: lo sfogo è di Silvestro Scotti, presidente dell’Ordine dei Medici di Napoli. “Stiamo combattendo una guerra con i pazienti, soprattutto anziani, che non vogliono rispettare i protocolli”
Intervista a Dott. Silvestro Scotti
Presidente dell'Ordine dei Medici di Napoli
A cura di Pierluigi Frattasi
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“I medici di famiglia lasciati senza guanti e mascherine. Quando si parla di loro possono anche morire. Il Triage Telefonico ormai è saltato. Ci arrivano migliaia di telefonate al giorno, non solo dei positivi Covid, ma anche di tutti i loro contatti. Siamo costretti a fissare le prenotazioni per le visite dopo 4-5 giorni e dobbiamo rifare il Triage due volte. Così non va. Zuccarelli dice che vedremo sfilare le bare? Ha ragione. Il tracciamento dei contatti ormai non funziona, sono troppi. Bisogna puntare sul contenimento, accelerare i tempi tra tampone e risultati e mettere subito in isolamento al primo sospetto. Il coprifuoco in Campania? Giusto se può aiutare a contenere il contagio”. È un fiume in piena Silvestro Scotti, presidente dell'Ordine dei Medici di Napoli e medico di famiglia: “Ormai il sistema dei Dipartimenti di Prevenzione dell'Asl è super-stressato, bisogna sburocratizzare le procedure, accelerando i tempi”.

Presidente, in questi giorni gli ambulatori dei medici di base sono presi d'assalto per le vaccinazioni antin-influenzali e anti-polmonite, come sta andando?

“Sono aumentate molto le richieste di vaccinazioni rispetto all'anno scorso. Non abbiamo ancora i numeri, perché la piattaforma regionale è cambiata rispetto all'anno scorso. I medici di base devono caricare i dati sul software dei vaccini fatti entro il 31 dicembre, molti non l'hanno fatto ancora perché la Regione non ha ancora comunicato i nuovi campi. Da quest'anno per esempio va indicato anche la sede di inoculazione del vaccino, se fatto sul braccio o sul gluteo. Il problema è che la nuova anagrafe è partita proprio adesso in concomitanza con l'anagrafe vaccinale. Si poteva fare forse prima”.

Bastano i vaccini per tutti?

“Noi stiamo registrando un grande aumento della richiesta anche da parte di non aventi diritto. Parlo dei bambini da 6 a 14 anni. Molte mamme sono preoccupate per i contagi a scuola e stanno chiedendo di vaccinare i figli, ma per i minori il vaccino è solo raccomandato non obbligatorio come per gli ultra 60enni. Nel mio studio quest'anno abbiamo chiesto il 50% di dosi vaccinali in più e completeremo la campagna questa settimana. Qualcuno rimarrà scoperto. In farmacia non si trovano. Dall'altra parte molti medici di base immunodepressi quest'anno non avendo avuto i DPI si sono rifiutati di fare la campagna vaccinale. Io sto avendo richieste di pazienti non miei che vogliono vaccinarsi. Finita la campagna chiederemo all'Asl una verifica sulle giacenze tra quelle in deposito e quelle restituite e faremo nuove richieste di vaccini”.

I medici di base hanno i dispositivi di protezione?

L'Asl dice che guanti, visiere e mascherine ci sono nei magazzini, ma perché non li distribuiscono assieme ai vaccini? In altre regioni il Distretto convoca ogni settimana i medici spiegando il materiale che c'è a disposizione e loro li ritirano. L'Asl di Napoli ci ha solo detto che il materiale c'è. Ma non sappiamo come prenderlo. Perché non si danno alle farmacie, che già ricevono dall'Asl i farmaci dati in BBC (acquistati dalle aziende e distribuiti alle farmacie), anche le dotazioni per i medici di zona riconoscendo loro un quid?”.

Cosa sta accadendo in questi giorni negli studi dei medici di famiglia?

Stiamo combattendo una guerra con i pazienti, soprattutto anziani, che non vogliono rispettare i protocolli. Ieri nel mio studio la segretaria ha dovuto litigare tutto il tempo con i pazienti che non volevano rispettare le distanze. I protocolli ci sono, negli studi abbiamo i segnali a terra, i nastri, ma non riusciamo a farli rispettare. Il Triage telefonico è saltato con l'allungamento dei tempi di prenotazioni che è triplicato. Il Triage telefonico serviva a escludere che un paziente avesse avuto contatti con un positivo. Ma sul piano dei sintomi, oggi con una prevalenza di asintomatici, è fine a se stesso”.

Il vicepresidente Zuccarelli ha detto che se non si prendono provvedimenti a Napoli vedremo sfilare le bare?

“Mi fa piacere che arrivi una voce anche dagli ospedalieri. Ma sul territorio ci sono i medici di famiglia che fanno da filtro. I numeri sono molto più impressionanti delle tabelle. Se leggiamo 1500 positivi al giorno, dobbiamo pensare che al medico di base chiamano dieci volte di più”.

Soluzioni?

“Vanno ridotti tempi della burocratizzazione tra tracciamento e tampone. Il tracciamento ora non ha più valore, ma lo ha il contenimento. Tampone e risultato devono arrivare in poco tempo”.

L'App Immuni può aiutare?

“L'App Immuni funziona se c'è collaborazione. Quando un paziente risulta positivo, un operatore di sanità pubblica dovrebbe chiamarlo per dirgli di attivare Immuni. Spesso i pazienti poi sono informati molto prima della positività quando fanno il tampone in ospedale o al laboratorio privato. Insomma, un lavoro enorme e farraginoso che sta ingolfando i Dipartimenti di prevenzione”.

Le informazioni fornite su www.fanpage.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.
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