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Elezioni amministrative Napoli 2021

Manfredi è sindaco di Napoli da due giorni e già De Luca litiga col Movimento 5 Stelle (pure col Pd)

Le elezioni amministrative di Napoli si sono concluse con un risultato schiacciante che ha superato le più rosee aspettative. Ma Gaetano Manfredi deve già fare i conti con un Vincenzo De Luca scatenato che attacca M5s e Pd e fa capire che per la giunta comunale i loro “appetiti” dovranno prima passare per il vaglio di Palazzo Santa Lucia.
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«La festa appena cominciata è già finita», cantava Sergio Endrigo e il motivo si adatta perfettamente ai fatti napoletani delle ultime ore: Gaetano Manfredi è sindaco da così poco tempo che non ha nemmeno messo piede a Palazzo San Giacomo. Ma Vincenzo De Luca è già attivissimo, fedele al suo motto di «non fare prigionieri» nel post elezioni che è prosieguo della battaglia elettorale e serve a piazzare le pedine in giunta comunale, in Città metropolitana, nelle aziende partecipate. Stamane il presidente della Regione Campania ha iniziato a sbrindellare gioiosamente la fotografia di lunedì scorso, quella in cui c'erano lui, Luigi Di Maio, Roberto Fico, Giuseppe Provenzano e il sindaco eletto: «Lunedì sera sono arrivati a Napoli in massa esponenti dei Cinque Stelle, avevamo più dirigenti che voti loro». De Luca fa capire che con i grillini non è possibile avere rapporti diversi da quelli che ha sempre avuto: conflittuali:

Non sono cambiato io, sono cambiati loro. Ritengo che non sia possibile avere nel Paese due forze riformiste e dunque si deve lavorare a una prospettiva unitaria per una grande forza riformista che abbia un respiro europeo e che abbandoni l'aggressività di linguaggio e di comportamenti che in questo decennio che è alle spalle sono stati diffusi dal M5s e dalla Lega. Sono quelli che hanno coltivato per un decennio la stupidità politica, la linea dell'uno vale uno, che hanno confuso il concetto di casta con quello di élite.

Quello di Vincenzo De Luca non soltanto un messaggio al M5S ma anche a quella parte del Partito Democratico, nella fattispecie quello napoletano guidato da Marco Sarracino, papabile anche come assessore. Il sottotesto è sempre lo stesso: non si fanno prigionieri in coalizione. Dunque chi sta ipotecando posti in giunta comunale pur in presenza di modesti risultati in coalizione farà passum sub iugum a Palazzo Santa Lucia (anzi, alla sede del Genio civile di Salerno):

È aggressivo dire che esponenti Pd dicono idiozie? No, è semplicemente chiaro. Quando si parla a capocchia è bene dire che non bisogna parlare a capocchia ma partire da dati di fatto e numeri. Pensate che sia aggressivo ricordare i numeri delle elezioni? No. mi sembra semplicemente raccontare la realtà per quella che è.

Gaetano Manfredi, il nodo dirigenti

Gaetano Manfredi ad oggi non può firmare delibere, ordinanze, atti di indirizzo, nomine, niente. Non è ancora stato proclamato sindaco causa ridda di ricorsi elettorali in Corte d'Appello. «Non sono ancora entrato a Palazzo San Giacomo perché sto aspettando di essere proclamato. Purtroppo per la proclamazione dobbiamo aspettare ancora qualche giorno perché ci sono una serie di adempimenti burocratici che deve fare il tribunale, quindi dobbiamo aspettare la prossima settimana» dice a Radio Marte. Fa capire che ci sarà massiccio spoils system : via dirigenti esterni, portavoce, staffisti, incaricati a vario titolo in Comune e in Città Metropolitana. E ci sarà anche un controllo sugli emolumenti di chi lascia Palazzo San Giacomo riponendo la bandana arancione in tasca.

Così Manfredi spiega la sua road map:

La prima cosa che intendo fare  sarà nominare i nuovi dirigenti, perché la gran parte è a contratto e decade con la fine dell'ultima consiliatura. Devo provvedere proprio all'organizzazione elementare: se non ci sono persone che si assumono la responsabilità e firmano la città, non può procedere.

La Giunta del sindaco Gaetano Manfredi a Napoli

Sul fronte giunta comunale, al momento la lista dei papabili è più lunga dell'elenco telefonico di Napoli-città. Manfredi vuole un vicesindaco donna, potrebbe essere la Pd Enza Amato, spinta dai deluchiani. Antonio De Jesu, ex questore oggi prefetto, viene dato per certo alle Politiche per la Sicurezza; l'area di Stanislao Lanzotti, quella dei moderati ex Forza Italia chiede spazio in giunta, così come i Verdi di Francesco Emilio Borrelli.

E il Movimento Cinque Stelle? Gilda Sportiello e Roberto Fico troveranno la sintesi con Luigi Di Maio? Vincenzo Spadafora è un nome che circola, così come quello di Valeria Ciarambino. Possibili o è solo fumo? Sergio D'Angelo, patron delle coop sociali Gesco che ha trasferito la sua baracca da casa De Magistris a Manfredi risultando primo eletto in Napoli Solidale ora batte cassa e rivuole lo stesso assessorato al Welfare che ebbe con Dema?

Fra i nomi che circolano anche Ennio Cascetta (area Pd), ex assessore di Bassolino ai Trasporti in Regione Campania e oggi presidente di Metropolitana. Edoardo Cosenza e Andrea Prota, direttore del Dipartimento Strutture di Ingegneria alla Federico II in area Manfredi e Francesca Menna per M5S (vicina a Roberto Fico).

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