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L’antico teatro romano di Ercolano riapre al pubblico: un gioiello di era augustea

Riapre al pubblico il teatro romano di Ercolano, uno dei gioielli dell’età augustea. Tra le sue particolarità anche il calco del “volto” del proconsole Balbo.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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Una delle sezioni dell'Antico Teatro Romano di Ercolano Foto Pier Paolo Metelli - Arte'm.
Una delle sezioni dell'Antico Teatro Romano di Ercolano Foto Pier Paolo Metelli – Arte'm.

L'antico teatro romano di Ercolano riapre ai visitatori: una perla di età augustea, imprescindibile per gli appassionati della storia romana e dell'archeologia. Si tratta infatti di un piccolo gioiello il cui primissimo "avvistamento" sotterraneo avvenne già a inizio Settecento, quando ancora non si immaginava cosa ci fosse nel sottosuolo di quella che all'epoca aveva il nome di Resìna. Il teatro romano è una delle costruzioni più note dell'allora città romanda di Ercolano: aveva una capienza di circa 2.500 persone, e venne costruito dall'imperatore Augusto. Tra le sue peculiarità, il fatto di essere uno dei pochi teatri antichi dei quali si conosce non solo il nome del benefattore che ne finanziò la costruzione, ovvero Lucio Annio Mammiano Rufo, ma anche quello dell’architetto, Publio Numisio.

Il "volto" impresso nella roccia

Tra le altre particolarità del Teatro Romano di Ercolano, vi è anche il volto di Marco Nonio Balbo, benefattore della città nonché proconsole romano, perfettamente "ricalcato" nella roccia. Questo perché durante l'eruzione, la testa della sua statua si staccò dal busto, e venne sommersa dal materiale piroclastico. Una volta recuperata durante gli scavi archeologici, il suo volto è rimasto impresso nella roccia, ed è ancora oggi perfettamente visibile nel materiale piroclastico che sovrasta alcuni cunicoli dell'antico teatro, nella parte superiore e rivolto verso il basso, quasi a "guardare" i visitatori che vi si avventurano.

Il calco del volto di Marco Nonio Balbo. [Foto Giuseppe Cozzolino / Fanpage.it]
Il calco del volto di Marco Nonio Balbo. [Foto Giuseppe Cozzolino / Fanpage.it]

La scoperta durante gli scavi di un pozzo

Il suo ritrovamento ha segnato un punto di svolta in tutta l'archeologia occidentale moderna: era il 1710 quando un contadino scavò un posso per attingere acqua. Ma quando oltre all'acqua vide anche pezzi di statue e marmi, capì di aver scoperto altro: calandosi nel pozzo, di fatto, erano ben visibili i resti dell'antica Herculaneum. La notizia arrivò al principe Emanuele Maurizio di Lorena, il duca d'Elbouef che stava costruendo poco distante la sua villa al Granatello di Portici, finanziò di propria tasca i primi scavi, facendo prelevare marmi e statue che vennero utilizzate proprio per la sua villa. Fu così che nel 1738 rinacque l'interesse per l'archeologia, con il Re Carlo III che iniziò ad avviare gli scavi non solo a Ercolano ma un po' ovunque, riportando in superficie le antiche rovine greco-romane.

Come visitare il teatro romano di Ercolano

Il Teatro sarà visitabile ogni sabato, dal 23 aprile 2022 e fino a dicembre, con una pausa estiva nei mesi di luglio e agosto. Sono previsti sei turni di visita, per gruppi formati da non più di 10 persone per volta. Le visite non saranno disponibili tutti i giorni, ma solo al sabato in sei orari: 9, 10, 11, 14, 15 e 16. I turni delle 10 e delle 15 saranno in lingua inglese. I biglietti sono acquistabili sia online su TicketOne, sia alla biglietteria del Parco. L'ingresso costa 5 euro per il solo Teatro, 15 euro combinato con il Parco Archeologico. Per i giovani tra i 18 ed i 25 anni, è previsto un biglietto ridotto di 2 euro (più 1,50 euro in caso di vendita online). Non è possibile l'accesso ai minori, neppure se accompagnati. Il Parco Archeologico fornisce gratuitamente caschetti, cuffie per capelli, mantelline e torce da utilizzare nel percorso, e viene consigliato un abbigliamento tipico del trekking, trattandosi di un percorso sotterraneo di circa 25 metri sotto il manto stradale.

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