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“La camorra è cancro, mi ha rovinato l’infanzia”, lettera del consigliere comunale di Castellammare

Lettera di Emanuele D’Apice, neo presidente del consiglio comunale di Castellammare di Stabia, che aveva ringraziato il papà morto un anno fa dopo aver scontato il carcere per associazione al clan Cesarano: “La camorra ha reso la mia infanzia un inferno – scrive Emanuele – Io rappresento il desiderio di riscossa dal cancro che ancora oggi martorizza la nostra terra”.
A cura di Pierluigi Frattasi
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“La camorra ha reso la mia infanzia un inferno. Io rappresento il desiderio di riscossa dal cancro che ancora oggi martorizza la nostra terra”. Sono le parole di Emanuele D'Apice, giovane professionista e neo presidente del consiglio comunale di Castellammare di Stabia, in quota centrodestra, finito in una bufera mediatica per il discorso di insediamento nella nuova carica nell'aula dedicata a Falcone e Borsellino, durante il quale ha ringraziato il padre, Luigi D'Apice, che ha scontato il carcere per associazione al clan camorristico Cesarano, morto un anno fa, per i “valori che mi ha trasmesso”.

A distanza di diversi giorni, Emanuele ha pubblicato un lungo messaggio nel quale ha risposto alle accuse delle opposizioni e chiarito il senso di quelle parole, spiegando che il genitore ha scontato la sua pena e ha poi educato i figli in modo da tenerli lontani e aborrire la camorra. “Da quando ho pronunciato il mio discorso in aula – ha scritto Emanuele D'Apice – sto vivendo attacchi che hanno reso la mia esistenza un tormento, insieme a quella delle mie sorelle professioniste impegnate nel sociale”. “Guardo a mio figlio… Un bambino non dovrebbe mai provare quelle sensazioni, e farò ogni cosa in mio potere e lotterò fino a che avrò fiato in corpo affinché nessun bambino della mia terra martoriata dalla camorra, possa provare sulla propria pelle quello che ho provato io”.

Emanuele D'Apice si definisce “un giovane che ha vissuto sulla propria pelle il male della camorra e lo ha sconfitto con tutta la propria famiglia. Un giovane che dalla periferia di Castellammare con le sole proprie forze è riuscito a raggiungere una carica così importante”.

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