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Inceneritore Acerra, respinto il ricorso dei comitati ambientalisti: ok del Tar all’ampliamento

Via libera del Tar della Campania ai lavori di ampliamento del termovalorizzatore di Acerra. Respinto il ricorso dei comitati ambientalisti. Sarà allargata, quindi, la vasca per lo stoccaggio dei rifiuti di combustione che passerà da 753 a 1.160 metri cubi. I giudici: “Non aumentano la capacità di rifiuti da smaltire o le emissioni in atmosfera”.
A cura di Pierluigi Frattasi
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Via libera del Tar della Campania ai lavori di ampliamento del termovalorizzatore di Acerra. Respinto il ricorso dei comitati ambientalisti. Sarà allargata, quindi, la vasca per lo stoccaggio dei rifiuti di combustione che passerà da 753 a 1.160 metri cubi. I lavori, scrivono i giudici amministrativi della Sezione Quinta – presidente Maria Abbruzzese, estensore Pierluigi Russo, referendario Fabio Maffei – nella sentenza del 16 marzo, “non determinano l’aumento della quantità di rifiuti da conferire e smaltire né un potenziamento della capacità produttiva dell’impianto TMV, che resta inalterata, né l’incremento delle immissioni in atmosfera ovvero la modifica di qualsiasi altro elemento essenziale dell’AIA, l’autorizzazione integrata ambientale”.

Il ricorso era stato presentato dal Comitato “Donne 29 Agosto” e dall'Associazione “Forum Ambientalista”, contro la Regione Campania e il Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, nei confronti dell'A2A spa, difesa dall'avvocato Luca Tozzi. Le associazioni civiche avevano impugnato il decreto dirigenziale della Regione Campania 145 del 21 ottobre 2016, che definiva una “modifica non sostanziale dell’autorizzazione integrata ambientale (AIA) rilasciata col decreto 1653 dell’1 dicembre 2014 per l'impianto di termovalorizzazione di Acerra". I giudici del Tar, però, dopo aver valutato la questione e sulla scorta anche di altre decisioni della magistratura, hanno ritenuto corretta la procedura seguita dalla Regione Campania.

"I lavori di ampliamento non aumentano le emissioni"

“Come può leggersi nella relazione allegata all’istanza di A2A (del 3.8.2016) – scrivono i magistrati nella sentenza – il progetto prevede l’incremento di volume della preesistente vasca di calcestruzzo armato per lo stoccaggio dei residui di combustione, da 753 a 1.160 metri cubi, mediante l’abbattimento di una preesistente parete, la realizzazione di una nuova area di carico coperta, con nuove passerelle sul carroponte ed una diversa pesa a ponte, la realizzazione di una nuova cabina di controllo del carroponte. Trattasi, dunque, di lavori che sono diretti in via prioritaria ad incrementare “il volume di stoccaggio delle scorie” ma che, sulla base della documentazione acquisita, non determinano l’aumento della quantità di rifiuti da conferire e smaltire né un potenziamento della capacità produttiva dell’impianto TMV, che resta inalterata, né l’incremento delle immissioni in atmosfera ovvero la modifica di qualsiasi altro elemento essenziale dell’AIA”.

Per il magistrati amministrativi, quindi, i lavori non comportano una “modifica sostanziale” dell’autorizzazione già rilasciata coi precedenti provvedimenti”. Secondo i tecnici di A2A, infatti, le nuove opere “non comportano alcun incremento delle potenzialità dell’impianto (neanche in termini di incidente rilevante) o delle relative emissioni in atmosfera, idriche e sonore, aspetti tutti che restano invariati, non essendo mutato il processo di smaltimento dei rifiuti mediante trattamento termico già descritto nella documentazione depositata in giudizio”.

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