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In centro a Napoli troppi bar e ristoranti non rispettano le regole di igiene

Sicurezza alimentare, un venerdì di controlli per bar e ristoranti tra via Monteoliveto e Piazza Dante. Sanzioni per 4.000 euro, chiusa una cucina.
A cura di Redazione Napoli
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foto archivio
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Nella ristorazione qualcuno definisce come assioma un fenomeno secondo il quale in una città con l'aumento della domanda, soprattutto del flusso turistico, cala vertiginosamente la qualità dei servizi e dei prodotti offerti. Una cosa è certa: a Napoli sono sempre più le persone che si lamentano di una «serataccia» in centro, alcuni locali che a dispetto di storia, nome o prezzi non hanno la qualità annunciata e sperata. A fronte di tanti altri che – a onor del vero – fanno i salti mortali per far quadrar i conti e coniugare qualità, servizio e prezzi.

I controlli di Asl e Nas sono sempre più frequenti – o quanto meno sempre meglio pubblicizzati da questi organismi preposti ad accendere i riflettori sulla sicurezza alimentare.  Un bilancio recente dell’ASL Napoli 1 Centro (venerdì 2 settembre) riporta un resoconto preoccupante a seguito di una serie di  verifiche del Dipartimento di Prevenzione dell'azienda sanitaria cittadina.

I controlli si sono concentrati in modo particolare in via Monteoliveto e in piazza Dante, zone strapiene di ristorantini, baretti e take away. Un’operazione portata avanti da oltre 30 unità di personale del Dipartimento di Prevenzione (2 Medici Veterinari, 12 Medici, 18 Tecnici della Prevenzione). In tutto sono stati 24 gli esercizi ispezionati ( 6 bar, 12 ristoranti – di cui 5 etnici, 3 pizzerie, 1 yogurteria, 1 pub, 1 enoteca), e anche in questo caso le verifiche poste in essere hanno costretto le donne e gli uomini dell’ASL a prendere provvedimenti. In particolare, sono state disposte 107 prescrizioni, 5 diffide, 2 sanzioni per complessivi 4.000 euro e la chiusura di una cucina.

Il direttore generale dell'Asl napoletana Ciro Verdoliva commenta:

Nessuno dei nostri operatori è felice di dover provvedere a queste sanzioni ma non possiamo permettere in alcun modo che le leggi sulla sicurezza alimentare siano aggirate o peggio ancora ignorate. Ne va della salute pubblica.

La nostra attività è molto apprezzata dai moltissimi commercianti e ristoratori che rispettano le regole e che, proprio per questo, sostengono quest’azione che fa emergere una concorrenza sleale che mina la credibilità di tutti.

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