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“Il boss se la prenderà con te”, affiliato muore di infarto per paura dopo attentato fallito

Un affiliato ai clan di Napoli Est sarebbe morto d’infarto dopo un attentato fallito: i complici gli avrebbero detto che il boss se la sarebbe presa con lui.
A cura di Nico Falco
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Immagine di repertorio
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Lo avrebbero preso in giro, dicendogli che il boss se la sarebbe presa con lui per un attentato fallito, e questo sarebbe bastato per mettergli così tanta paura da scatenare un infarto che lo avrebbe ucciso di lì a poco. Retroscena di un attentato intimidatorio in piazza Mercato, che emerge dall'ordinanza che ha portato al blitz di stanotte, con una sessantina di arresti nella malavita organizzata di Napoli Est eseguiti da Polizia di Stato e Carabinieri.

"Il boss se la prenderà con te", affiliato muore d'infarto per la paura

A parlare della vicenda è il collaboratore di giustizia Tommaso Schisa, che dice di averla appresa dal boss Alfredo Minichini. Il periodo è quello in cui il clan Rinaldi, insieme ai Minichini, aveva preso il controllo dell'area di piazza Mercato, nel centro di Napoli. Tre persone sarebbero state incaricate di far esplodere una bomba davanti ad un negozio di piazza Mercato ma non sarebbero riuscite nel raid. "Durante il tragitto di ritorno – riferisce il pentito – prendevano in giro l'anziano dicendo che Minichini se la sarebbe presa con lui, e l'anziano gli venne un infarto per la paura". L'uomo sarebbe stato portato alla clinica Villa Betania, dove però sarebbe deceduto.

L'episodio compare anche nei verbali di Antonio Rivieccio, detto Cocò, collaboratore di giustizia del clan Sibillo, cosca alleata coi Rinaldi, che però parla di raid eseguito e individua l'uomo come "Ettore", specificando che si tratterebbe di una persona da anni inserita nei contesti criminali di piazza Mercato.

"Dopo averlo incendiamo li vedemmo tornare dalle telecamere e vedemmo Ettore che barcollava – riferisce Rivieccio – io dissi di portarlo in ospedale. Gabriella (Onesto, ndr.) mi disse che dopo aver incendiato il bar si era sentito male. Il bar doveva essere incendiato per una discussione con i Caldarelli che ci avevano bloccato delle piazze al Mercato. Il bar era dei Caldarelli".

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