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Fumarola ad Agnano, riparte il progetto delle trivellazioni dopo un anno di stop

Riparte il progetto delle trivellazioni a Pozzuoli bloccato un anno fa dopo l’emergere di una fumarola ad alta pressione e temperatura dal sottosuolo di Agnano, in via Antiniana-Pisciarelli, sul quale fu aperta anche un’indagine della Procura. La Regione Campania convoca la conferenza dei servizi il 17 maggio. Proteste di comitati e politici.
A cura di Pierluigi Frattasi
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Riparte il progetto delle trivellazioni a Pozzuoli bloccato un anno fa dopo l'emergere di una fumarola ad alta pressione e temperatura dal sottosuolo di Agnano, in via Antiniana-Pisciarelli, sul quale fu aperta anche un'indagine della Procura. La Regione Campania, con disposizione 44 del 26 aprile 2021 della Direzione Generale per l’Università, la Ricerca e l’Innovazione, ha disposto l'avvio della procedura per convocare lunedì 17 maggio la conferenza dei servizi istruttoria alla quale parteciperanno tutte le amministrazioni interessate, con l'obiettivo di “poter concludere il progetto Geogrid”. Si tratta di uno studio di tipo geotermico, avviato a giugno del 2020, realizzato da un consorzio di società e di enti pubblici di ricerca (le Università Parthenope, Federico II, Sannio e Luigi Vanvitelli, oltre a C.N.R e INGV), finalizzato alla realizzazione di un impianto geotermico a bassa entalpia. L'Osservatorio Vesuviano, all'epoca, precisò, al termine delle analisi, che dal geyser non fuoriuscivano gas pericolosi, ma solo vapore acqueo.

Un anno fa lo stop, ora si riparte

Un anno fa lo scavo fu bloccato dopo l'ordinanza contingibile e urgente del sindaco di Pozzuoli Vincenzo Figliolia del 25 giugno. Adesso, la Regione ha deciso di riaprire il progetto e mettere attorno ad uno stesso tavolo tutti gli enti coinvolti. Ma non mancano le polemiche. “A meno di un anno dall’incidente provocato dalle trivellazioni a Pozzuoli – dichiara la consigliera regionale del Movimento 5 Stelle Maria Muscarà – nell’ambito del progetto Geogrid autorizzato dalla Regione Campania all’insaputa di cittadini e amministratori, viene ora proposta la ripresa di quel lavoro di perforazione, nonostante il disappunto e le proteste delle comunità locali, che furono costrette a scendere in piazza per fermare le trivelle”.

Muscarà (M5S): "Chiediamo trasparenza"

“Restano vivi il ricordo e la paura degli abitanti dell’intero comprensorio flegreo – prosegue l'esponente pentastellata – dopo che l’esplosione di un geyser alto più di 80 metri provocò, per oltre 30 giorni, la fuoruscita di gas maleodoranti. Ed è stato solo a seguito di quell’incidente che tutti, amministratori locali compresi, hanno appreso delle perforazioni in corso nel cuore della caldera dei Campi Flegrei, per un progetto geotermico di cui nessuno era a conoscenza. Un lavoro, finanziato con oltre 3 milioni e mezzo di euro, dal quale prese inspiegabilmente le distanze lo stesso Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, sebbene avesse messo a disposizione il proprio personale per seguire i lavori del progetto Geogrid”.

“Ci aspettiamo ora massima trasparenza – prosegue Muscarà – e auspichiamo che la conferenza dei servizi, a cui fanno riferimento nel loro documento gli uffici regionali, coincida con una vera campagna di ascolto con tutte le comunità e le realtà locali. Con i cittadini attivi del territorio e i comitati civici, parteciperemo al fine di produrre tutte le nostre osservazioni al progetto Geogrid, vigilando su tutte le successive azioni a tutela dei cittadini e di un territorio ad elevato rischio sismico”.

Borrelli: “Stop subito alle trivelle”

Il consigliere regionale di Europa Verde Francesco Emilio Borrelli ha presentato una interrogazione consiliare all'assessore alle Attività Produttive Antonio Marchiello, per conoscere “se siano mai state avviate le procedure di revoca del finanziamento concesso dalla Regione al Progetto “GeoGrid”; se la Regione non intenda ribadire, su basi scientifiche, la pericolosità del progetto con la definitiva sospensione”.

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