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Cristina Alongi morta schiacciata dal pino a Napoli, un milione di risarcimento agli eredi: sentenza dopo 10 anni

La donna rimase schiacciata dal tronco nella sua auto, mentre transitava in via Aniello Falcone, il 10 giugno 2013. Il Tribunale di Napoli ha emesso la sentenza, condannando Comune e Ministero dell’Interno.
A cura di Pierluigi Frattasi
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Cristina Alongi
Cristina Alongi

Risarcimento da oltre un milione di euro per i parenti di Cristina Alongi, uccisa da un pino in via Aniello Falcone che schiacciò la sua auto il 10 giugno 2013. A distanza di 10 anni da quell'episodio, è arrivata la sentenza del Tribunale di Napoli, VIII Sezione civile, firmata dal Giudice monocratico Giovanni D’Istria, pubblicata l'11 gennaio 2023 (ma la giustizia è stata più celere considerando che il processo è iniziato nel 2017). Su quell'albero pericolante c'erano state diverse segnalazioni, ma nessuno mosse un dito.

Il tronco così cadde sulla Fiat Panda di Cristina, schiacciandola e uccidendola. Al termine del processo civile, iniziato nel 2017, il giudice ha condannato in solido il Comune di Napoli ed il Ministero dell'Interno, al quale fanno riferimento i vigili del fuoco, per quei fatti, al pagamento dei danni patrimoniali e non patrimoniali agli eredi, il marito di Cristina, l'ingegner Francesco Pisano, e la figlia Laura, assistiti dai legali Vincenzo Cesaro, Umberto Limmogelli e Claudio Fabbricatore. L'entità del risarcimento, di oltre un milione di euro, è motivata anche dal fatto che la famiglia risultò completamente distrutta da quella tragedia, che purtroppo ha segnato indelebilmente le vite del marito e della figlia.

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Cristina, morta schiacciata da un pino

La tragedia avvenne il 10 giugno 2013. Erano le 10,55 circa, quando Cristina Alongi, alla guida della propria autovettura Fiat Panda, passava per via Aniello Falcone, proveniente da via Tasso, quando, all’altezza del civico 290 in corrispondenza dei “Giardini Nino Taranto”, venne investita da un pino domestico sradicato dalle radici. Nell’ impatto, come ricostruito nella sentenza, l'auto rimase schiacciata e distrutta. Alongi restò intrappolata tra le lamiere, rimanendo gravemente ferita.

Sul posto intervennero la Polizia Municipale, i Carabinieri, i Vigili del Fuoco ed il Servizio di Emergenza sanitaria “118”. Dopo la rimozione del tronco d’albero e il taglio del tetto dell’auto, dopo oltre un’ora dall’evento, il personale del “118” constatò il decesso della donna, che, "come accertato in sede di esame autoptico, svolto nel corso del procedimento penale, era avvenuto dopo un apprezzabile lasso di tempo rispetto al sinistro".

Il giudice: "Tragedia evitabile"

Il Tribunale di Napoli ha riconosciuto la responsabilità del Comune di Napoli. Nella sentenza viene sottolineata la "condotta gravemente omissiva" dell'Ente, confermata "in numerosi fatti e circostanze emersi nel corso del procedimento penale definito in primo grado con sentenza resa dal Tribunale di Napoli". Condotta "censurabile, alla luce delle segnalazioni ricevute da alcuni cittadini sulle condizioni del pino". Tra queste, "nel mese di maggio del 2013 gli abitanti della zona di via Aniello Falcone effettuarono numerose segnalazioni telefoniche alla Polizia Municipale, 3^ U.O. del Vomero, al fine di denunciare la situazione di pericolo in cui versava il pino".

"Nonostante queste segnalazioni – scrive il giudice – nessun sopralluogo né tanto meno intervento manutentivo è stato effettuato dalle autorità competenti. Questa omissione deve ritenersi molto grave anche alla luce delle risultanze della consulenza tecnica depositata in data 24 novembre 2013 che ha accertato l ’elevata propensione al cedimento del pino di via Aniello Falcone, rilevabile anche sulla base di un mero controllo visivo e che avrebbe reso necessario un intervento urgente di messa in sicurezza. Le circostanze sopra indicate consentono di far emergere la negligenza, imprudenza e imperizia che ha caratterizzato la condotta della pubblica amministrazione a tal punto da rendere l ’evento del 10 giugno 2013 una tragedia evitabile ove la P.A. avesse adempiuto agli obblighi di custodia e di minima manutenzione del pino".

"I vigili del fuoco non intervennero"

Il Tribunale ha condannato in via solidale col Comune anche il Ministero dell'Interno, chiamato in causa per la condotta dei Vigili del Fuoco. Il 27 maggio 2013, infatti, c'era stata una segnalazione telefonica del titolare di un bar che aveva sollecitato "l’intervento dei Vigili del Fuoco del Comando Provinciale di Napoli". L'imprenditore rappresentò "la situazione di pericolo dell’albero, segnalando che esso aveva un taglio evidente sul tronco e si stava piegando, pendendo su un lato prospiciente la strada". Nel corso della telefonata, però, "venne lasciato intendere che vi sarebbe stato un immediato intervento da parte dei Vigili del Fuoco". Contattato successivamente dall’operatore del 115, il titolare del bar "ribadì la situazione di pericolo derivante dallo stato del pino". "Nonostante fossero state date le opportune rassicurazioni al denunciante – scrive il giudice – i Vigili del Fuoco hanno omesso di inviare sul posto una squadra operativa. Questa condotta illecita di natura omissiva ha concorso con quella del Comune di Napoli a provocare il decesso della signora Alongi".

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