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Napoli, i condannati potranno fare lavori utili al Comune al posto di carcere e multe

Pronta la nuova convenzione tra Municipio, Tribunale di Napoli e Ufficio Interdistrettuale di Esecuzione Penale Esterna. Ecco chi può beneficiarne e cosa farà.
A cura di Pierluigi Frattasi
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A Napoli condannati e ammessi alla prova potranno fare lavori utili al Comune, come pena alternativa al carcere o alle multe. È pronta la nuova convenzione tra il Tribunale di Napoli, l'Ufficio Interdistrettuale di Esecuzione Penale Esterna Campania e il Comune di Napoli per lo svolgimento di Lavori di Pubblica Utilità (LPU) – cioè una prestazione di attività non retribuita a favore della collettività – da parte di condannati e ammessi alla prova. Quella precedente risaliva al 2012, ma le nuove norme hanno ampliato di molto il raggio di applicazione della misura e per questo il Comune ha approvato la nuova delibera 275 del 20 luglio 2022 che comprende tutte le ipotesi normative. La convenzione durerà 5 anni.

Il Comune potrà accogliere contemporaneamente fino a un massimo di 50 condannati e ammessi alla prova, ai quali fornirà le polizze RCT/RTO e la polizza Infortuni e le mascherine anti-Covid. Potranno svolgere diversi compiti, dall'assistenza ad anziani, disabili e senza dimora, alla raccolta dei rifiuti, alla pulizia delle aiuole, tra le altre cose. Il Municipio potrà avvalersi anche di soggetti del terzo settore per l'accoglienza a titolo gratuito di condannati e imputati per lo svolgimento dei LPU.

"L'espiazione della pena attraverso l'espletamento di lavori di pubblica utilità – è scritto nella delibera – è finalizzata alla realizzazione del fine principale della sanzione, costituito dal recupero del condannato e dal suo reinserimento nella società civile. Il lavoro di pubblica utilità, consistente nella prestazione di un'attività lavorativa svolta a beneficio della comunità, rappresenta lo strumento adeguato da un lato a ridurre il ricorso alla pena carceraria e dall'altro a offrire ai trasgressori la concreta possibilità di responsabilizzarsi e risocializzarsi".

Chi può aderire ai lavori di pubblica utilità

Inizialmente, l'applicazione della pena del lavoro di pubblica utilità era prevista solo nei procedimenti di competenza del giudice di pace, si richiesta dell'imputato. L'articolo 2 della legge 145 del 2004 ha modificato articolo 165 codice penale, ha consentito al giudice monocratico di primo grado di subordinare la sospensione condizionale della pena alla prestazione di attività non retribuita a favore della collettività. Il giudice può applicare la pena del lavoro di pubblica utilità in sostituzione della pena detentiva e pecuniaria.

Oggi, lo spettro di applicazione della sanzione è stato allargato a diverse fattispecie penali, che hanno configurato il lavoro di pubblica utilità come una modalità di riparazione del danno collegata all'esecuzione di diverse sanzioni e misure penali, che vengono eseguite nella comunità.

Ecco di seguito alcuni nuovi casi in cui trova applicazione:

  • nei casi di violazione del codice della strada
  • di violazione della legge sugli stupefacenti
  • come obbligo dell'imputato in stato di sospensione del processo e messa alla prova
  • congiuntamente alla pena dell'arresto o della reclusione domiciliare
  • come obbligo del condannato ammesso alla sospensione condizionale della pena
  • nei casi previsti dall'articolo 6 comma 7 della legge 401 del 1989 con ad oggetto interventi nel settore del gioco e delle scommesse clandestine e tutela della correttezza nello svolgimento di manifestazioni sportive
  • nei casi previsti dal D.lg. 122 del 1993 che all'articolo 11 bis prevede la possibilità per il giudice di condannare al lavoro di pubblica utilità, quale pena accessoria, l'autore del delitto di costituzione di un'organizzazione, associazione, movimento o gruppo avente tra i propri scopi l'incitamento alla discriminazione, alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi e di istigazione, tentativo, commissione o partecipazione a fatti di genocidio.

Quali sono i lavori di pubblica utilità

A tal proposito l’Ente specifica che tali attività, in conformità con quanto previsto dall’art.1 del decreto ministeriale citato in premessa, si svolgeranno nei seguenti possibili ambiti:

  • servizi alla persona con riguardo all'infanzia, all'adolescenza, agli anziani, alla riabilitazione e recupero di persone che soffrono di dipendenza da sostanze stupefacenti, alle persone con disabilità e ad interventi mirati nei confronti di persone a rischio di emarginazione sociale;
  • valorizzazione del patrimonio culturale;
  • salvaguardia dell'ambiente e alla tutela del territorio;
  • raccolta differenziata, gestione di discariche e di impianti per il trattamento di rifiuti solidi urbani;
  • manutenzione del verde pubblico;
  • tutela della salute nei luoghi pubblici e di lavoro;
  • miglioramento della rete idrica;
  • adeguamento e perfezionamento del sistema dei trasporti;
  • operazioni di recupero e bonifica di aree industriali dismesse;
  • recupero e risanamento dei centri urbani;
  • tutela degli assetti idrogeologici;
  • tutela, promozione e valorizzazione delle aree protette e dei parchi naturali;
  • interventi contro il randagismo;
  • azioni a favore delle persone senza fissa dimora;
  • pulizia degli uffici;
  • attività di comunicazione e sensibilizzazione;
  • attività creative e ricreative rivolte alla socializzazione, finalizzate al reinserimento di soggetti a rischio di esclusione;
  • attività che si avvalgono delle specifiche capacità e competenze della persona.

Per quanto attiene ai condannati:

  • prestazioni di lavoro per finalità sociali di sensibilizzazione, comunicazione, socializzazione e reinserimento di soggetti a rischio di esclusione sociale;
  • prestazioni di lavoro svolte a favore di persone con disabilità, anziani, minori, ex detenuti o extracomunitari; oppure nel settore della protezione civile, della tutela del patrimonio pubblico e ambientale;
  • prestazioni di lavoro di pubblica utilità inerenti alla specifica competenza e professionalità del soggetto.

Per quanto attiene agli ammessi alla prova:

  • prestazioni di lavoro per finalità sociali di sensibilizzazione, comunicazione, socializzazione e reinserimento di soggetti a rischio di esclusione sociale;
  • prestazioni di lavoro svolte a favore di persone con disabilità, anziani, minori, ex detenuti o extracomunitari; oppure nel settore della protezione civile, della tutela del patrimonio pubblico e ambientale;
  • prestazioni di lavoro di pubblica utilità inerenti alla specifica competenza e professionalità del soggetto.
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