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Emergenza Rifiuti

Ennesimo schiaffo a Chiaiano: dopo la discarica, sversati rifiuti tossici abusivi

Barattoli di vernice, copertoni, lastre di amianto, cavi, pezzi di auto, mobili ed elettrodomestici in fiamme. C’è di tutto nel rogo di rifiuti che si è sviluppato due giorni fa in un’area di una cava a Chiaiano, in via Comunale Margherita, poco distante dalla discarica chiusa nel 2011 e tombata nel 2019. I comitati dei residenti hanno presentato un esposto in Prefettura: “Qui sversamenti illegali continui”.
A cura di Pierluigi Frattasi
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 Rogo di rifiuti tossici nelle cave di Chiaiano, dove si trova anche la discarica chiusa nel 2011 e tombata nel 2019. In fiamme barattoli di vernice, copertoni, lastre di amianto, cavi, pezzi di auto, mobili ed elettrodomestici. L'incendio si è sviluppato due giorni fa in un'area di una cava a Chiaiano, in via Comunale Margherita, poco distante dalla discarica. Gli abitanti della zona se ne sono accorti dall'odore acre e penetrante del fumo che è entrato fin dentro le case e ha invaso quasi tutto il quartiere. Sul posto sono arrivati i vigili del fuoco e la Polizia Municipale. L'incendio è stato domato, ma nella zona si sente ancora la puzza di bruciato, raccontano i residenti. L'area delle cave di Chiaiano, alcune private, altre pubbliche, dove si trova anche la discarica comunale tombata, doveva essere il simbolo della rinascita del quartiere. Inserita all'interno del Parco delle Colline dei Camaldoli, doveva essere riqualificata. Invece, a distanza di 14 anni nella zona delle cave di tufo, a cavallo tra il quartiere a Nord di Napoli e il Comune di Marano, sono tornati i roghi di rifiuti. Gli abitanti di Chiaiano hanno presentato un esposto alla Prefettura di Napoli: "Questa zona doveva essere riqualificata dopo la discarica, invece gli sversamenti illegali di rifiuti e i roghi continuano". “Abbiamo fatto un sopralluogo sulla zona del rogo – spiega la consigliera comunale di Marano, Stefania Fanelli – e quello che abbiamo trovato è agghiacciante come si vede dalle foto. Le autorità devono intervenire subito per fermare questo scempio. L'aria con i roghi nella zona diventa irrespirabile. Qui vivono anziani e bambini piccoli”.

I comitati: “A Chiaiano si sversano ancora i rifiuti illegalmente”

Sono molte le segnalazioni di sversamenti illeciti di rifiuti nella zona delle cave di Chiaiano. Lo scorso 22 giugno, il consigliere della VIII Municipalità di Napoli, Amleto De Vito, ha inviato una richiesta alla Polizia Ambientale di Napoli per intensificare i controlli. Nella lettera si chiedono “pattugliamento e vigilanza del territorio per quanto concerne lo sversamento di rifiuti illeciti su strada pubblica” e un “tavolo di consultazione tecnica per trovare una soluzione definitiva. Maggiore controllo e posizionamento di telecamere anche mobili per scongiurare un danno ambientale e alla salute permanente”.

I residenti avviano la raccolta firme

Il 5 luglio scorso, il Comitato di Chiaiano Bene Comune, con Fanelli e De Vito, hanno tenuto una manifestazione in via Comunale Margherita a difesa dell'ambiente e della salute. “È da tempo – scrive il comitato – che denunciamo la vertenza ambientale del territorio in particolare sulle strade di confine che gli incivili utilizzano per sversamenti abusivi e roghi tossici. La cittadinanza non ne può più di questa situazione. Il 14 luglio 2020 abbiamo assistito all' ennesimo rogo tossico che ha interessato tutto il quartiere di Chiaiano. Per questo chiediamo un impegno della Regione, del Comune di Napoli e dell'Ente parco delle Colline, per la tutela dell'ambiente e della salute dei cittadini”. Il comitato ha quindi inviato un esposto al Prefetto di Napoli Marco Valentini, al ministro dell'Ambiente Sergio Costa, al presidente della Regione Vincenzo De Luca e al sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, nonché ai carabinieri, alla Polizia Locale di Napoli e all'Arpac, denunciando i continui “sversamenti illeciti di rifiuti, in particolare nell'area antistante il cimitero di Chiaiano, in via Comunale Margherita dove da diversi anni sono presenti cumuli di rifiuti di ogni genere che vengono incendiati generando nubi tossiche e mettendo a rischio la privata e pubblica incolumità degli abitanti”. Gli abitanti chiedono “un progetto di riqualificazione delle aree che interessano il Parco delle Colline dei Camaldoli a partire dalle cave che oggi sono interessate dagli sversamenti”.

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