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Agguato a due nigeriani per “punizione”: arrestati 5 uomini vicini al clan Sorianiello

Volevano punire due nigeriani che avevano rubato una partita di droga destinata ad una piazza di spaccio: nell’agguato, uno dei due fu ucciso, l’altro rimase illeso ma venne ferito invece un terzo uomo estraneo ai fatti. Arrestati cinque uomini “della 99”, ritenuti vicini al clan Sorianiello del Rione Traiano.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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Immagine di repertorio
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Cinque persone arrestate per l'agguato a due cittadini nigeriani lo scorso settembre a Castel Volturno, nel Casertano. Si tratta di persone riconducibili al cosiddetto gruppo criminale "della 99", considerato un'articolazione del clan Sorianello attivo all'interno del Rione Traiano di Napoli. I cinque sono principalmente accusati dell'agguato a Desmond Oviamwonyi e Joe Morris Iadhosa, concluso con la morte del primo e con il ferimento del secondo, avvenuto lo scorso 10 settembre 2020 a Castel Volturno.

L'agguato era stato progettato per punire Desmond Oviamwonyi e Leo Uwadiae, con quest'ultimo che riuscì a scampare ai proiettili. I due dovevano essere "puniti" per aver sottratto una busta di droga dal valore di 40mila euro al gruppo criminale, inizialmente destinata ad una piazza di spaccio della zona. E così il gruppo, secondo quanto ricostruito dai carabinieri, vi furono tre diversi incontri tra gruppo e vittima: nel primo, il gruppo cercò i due uomini a Castel Volturno, ma questi non furono trovati; nel secondo, il gruppo aveva raggiunto una sorta di accordo a mo' di "cavallo di ritorno" di duemila euro ai due nigeriani per riavere la droga; nel terzo, infine, avvenne la sparatoria: i due nigeriani chiesero i soldi per riavere la droga, ed il gruppo reagì aprendo il fuoco e uccidendo Desmond Oviamwonyi e ferendo Joe Morris Iadhosa, estraneo ai fatti ma che al momento dell'agguato si trovava nel cortile dell'abitazione del primo.

I cinque arrestati questa mattina dagli agenti del Reparto Mobile di Mondragone devono ora rispondere di omicidio, tentato omicidio, porto e detenzione illegale di armi, nonché detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, reati aggravati dal metodo mafioso, per aver agito a vantaggio del gruppo camorristico "Sorianiello". I cinque, ora, sono in carcere a disposizione dell'autorità giudiziaria, raggiunti da un'ordinanza di custodia cautelare emessa dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Napoli.

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