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Aeroporto di Capodichino, chi si assenta per figli malati, maternità o parenti disabili escluso dagli incentivi

Esclusi dai premi per le presenze i lavoratori dell’Aeroporto assenti dal lavoro per congedo parentale, permessi per malattia dei figli e Legge 104, maternità ed infortuni. Interrogazioni di FdI e protesta del Cnal.
A cura di Pierluigi Frattasi
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Esclusi dai premi dell'indennità di presenza i lavoratori dell'Aeroporto di Capodichino assenti dal lavoro per congedo parentale, permessi per malattia dei figli e Legge 104, maternità ed infortuni. Tagliati fuori dall'accordo sindacale firmato il 2 marzo scorso tra Gesac, la società che gestisce lo scalo partenopeo, e le Rsa Filt Cgil, Fit Cisl, Uil Trasporti e Usb. A denunciare l'accaduto il sindacato Cnal trasporti, attraverso Antonio Ronghi, ma la vicenda è anche oggetto di due interrogazioni di Fratelli d'Italia, una parlamentare di Edmondo Cirielli e una al consiglio regionale della Campania, di Michele Schiano di Visconti. Contattata da Fanpage.it, Gesac ha preferito non commentare.

I premi fino a 150 euro al mese

Nell'accordo di secondo livello sulle indennità di presenza, infatti, viene introdotta per il periodo giugno-dicembre 2022 (escluso novembre) una "indennità mensile", applicata solo al personale turnista, in forza alla società con sedi di lavoro a Napoli Capodichino. Si tratta di un premio corrisposto "mensilmente, sulla base delle presenze del mese precedente, al personale che rispetto ai giorni lavorabili mensili non ha superato le soglie di giorni di assenza per qualsiasi causale, escluso quelle per le quali sia prevista la corresponsione dei ticket restaurant". Fanno eccezione anche "le ferie e le testimonianze in Tribunale".

L'indennità ha vari importi. Nel caso nel 2021 non si siano superati i 20 giorni di assenza per malattia (esclusi ricoveri ospedalieri e conseguente convalescenza), il premio è di 150 euro lordi per ogni mese del 2022 se si sono fatte 2 assenze, e di 100 euro in caso di 3 assenze. Se invece nel 2021 si sono superati i 20 giorni di assenza per malattia, gli importi mensili del 2022 scendono rispettivamente a 100 e 75 euro. Niente spetta a chi fa più di 3 assenze mensili.

Schiano di Visconti (FdI): "Regole discriminatorie"

"Le regole introdotte nell’accordo – commenta Michele Schiano di Visconti, consigliere regionale di Fratelli d'Italia – sono fortemente discriminatorie, vengono estraniati ed emarginati i lavoratori e le lavoratrici madri per i periodi di assenza dal lavoro per concedo parentale, permessi per malattia dei figli e L. 104, maternità ed infortuni in quanto secondo l'accordo tali permessi sono considerati come assenze. Di fatti recita testualmente: “tale indennità viene corrisposta mensilmente, sulla base delle presenze del mese precedente, al personale che rispetto ai giorni lavorabili di riferimento non abbia superato le soglie di giorni d’assenza, per qualsiasi causale, escluso quelle per le quali sia prevista la corresponsione del ticket restaurant”. In sintesi ad oggi per il Ccnl l'unico permesso per il quale è riconosciuto il ticket restaurant è solo ed esclusivamente il permesso sindacale, mentre per tutti gli altri non è prevista l'erogazione del ticket".

Cirielli (FdI): "Così si punisce la maternità"

Per il parlamentare di FdI, Edmondo Cirielli, che il 24 marzo ha presentato una interrogazione a risposta scritta al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, "secondo il dottor Ronghi tale proposta di accordo sembrerebbe «punire la maternità, chi si infortuna sul lavoro e chi assiste i disabili […] Una proposta che di fatto costituisce una grave discriminazione sociale, salariale e palesemente contro le leggi vigenti»".

"Secondo il dettato letterale dell'accordo – aggiunge – tra le eccezioni che garantirebbero in ogni caso la corresponsione della speciale indennità mensile non sarebbero richiamate le assenze dal lavoro legate al congedo di maternità, parentale ovvero ai permessi di cui alla legge n. 104 del 1992, generando, quindi, presumibilmente una situazione discriminante in danno di quei lavoratori che per evidenti esigenze familiari, altamente tutelate dalla legge, hanno il diritto di assentarsi dal lavoro".

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