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Ad Avellino l’aria più inquinata del Sud Italia: sforati per 78 volte i limiti di polveri sottili

Dossier Mal’Aria 2021 di Legambiente: Avellino maglia nera per lo smog: nel capoluogo irpino c’è l’aria più inquinata del Sud Italia, con 78 giorni di sforamento del limite massimo delle polveri sottili (Pm10). Al secondo posto, in Campania, c’è Napoli, con 55 giorni di sforamento dei limiti presso la centralina di Via Argine. Non va meglio a Benevento con 41 giorni di sforamento presso la centralina del Campo Sportivo 18.
A cura di Pierluigi Frattasi
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Avellino maglia nera per lo smog: nel capoluogo irpino c’è l’aria più inquinata del Sud Italia, con 78 giorni di sforamento del limite massimo delle polveri sottili (Pm10) nella centralina Scuola Alighieri. Al secondo posto, in Campania, c’è Napoli, con 55 giorni di sforamento dei limiti presso la centralina di Via Argine. Non va meglio a Benevento con 41 giorni di sforamento presso la centralina del Campo Sportivo 18. Un triste primato per le tre città campane, che non riescono ad arrestare lo smog nel 2020, nonostante i blocchi alla circolazione imposti dal lockdown e dalle altre normative anti-smog. È quanto emerge dal report annuale Mal'aria di città 2021 di Legambiente.

Lo studio di Legambiente sul 2020

Nel 2020 in Campania sono tre i capoluoghi di provincia che hanno superato almeno con una centralina il limite previsto per le polveri sottili (Pm10), ossia la soglia dei 35 giorni nell'anno solare con una media giornaliera superiore ai 50 microgrammi/metro cubo. Avellino, Napoli e Benevento. Ad Avellino spetta la maglia nera con 78 giorni di sforamenti registrati nella centralina Scuola Alighieri. Un record negativo per il capoluogo avellinese che si classifica al settimo posto in Italia e prima nel centro sud.

Ancora peggio la situazione nel confronto con i parametri dettati dall'OMS, di gran lunga più stringenti rispetto a quelli della legislazione europea, e che hanno come target esclusivamente la salute delle persone. Nel 2020 tutti i cinque capoluoghi campani hanno fatto registrare una media annuale superiore ai 20 microgrammi/metrocubo (µg/mc) di polveri sottili rispetto a quanto indicato dall'OMS. A guidare la classifica è sempre Avellino con 31 microgrammi/mc come media annuale di tutte le centraline urbane del capoluogo, seguita da Napoli (28µg/mc), Benevento (27 µg/mc), Caserta ( 26 µg/mc) e Salerno (26 µg/mc).

"L'inquinamento atmosferico – dichiara Mariateresa Imparato, presidente regionale di Legambiente – è un problema complesso che dipende da molteplici fattori come il traffico, il riscaldamento domestico, l'agricoltura e l'industria in primis. Proprio per tale complessità è una questione che non può essere affrontata in maniera estemporanea ed emergenziale, è urgente mettere in campo politiche e azioni efficaci ed integrate che riguardino tutte le fonti inquinanti, programmando interventi sia sulla mobilità urbana sempre più pubblica, condivisa, a zero emissioni e multi-modale, che sul riscaldamento domestico, sulla produzione di elettricità, sull'attività quella industriale e sull' agricoltura”.

“In questo – prosegue – è fondamentale il ruolo della Regione, ma purtroppo l'aggiornamento del Piano di Tutela della Qualità dell'aria ,sottoposto a consultazione Vas, risulta ancora una volta poco ambizioso e di scarsa incisività rispetto alla gravità della situazione. Misure vaghe e mancanza di norme tecniche di attuazione fanno risultare il Piano inadeguato al raggiungimento degli obiettivi contro lo smog. Prioritario – conclude il presidente di Legambiente Campania – è investire su uno svecchiamento del parco autobus, puntando su un trasporto pubblico locale moderno, treni per pendolari e mobilità alternativa, senza dimenticare la riqualificazione energetica degli edifici, garantendo così una riduzione nelle emissioni dagli impianti di riscaldamento domestici".

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