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San Gennaro, il vescovo Battaglia a casa della famiglia di Samuele: “Preghiamo per lui”

L’arcivescovo di Napoli Mimmo Battaglia ricorda dall’altare del Duomo durante le celebrazioni di San Gennaro il piccolo Samuele, il bimbo di 3 anni morto venerdì in via Foria, forse ucciso da un uomo. “Ieri mi sono recato a casa di Samuele per abbracciare i suoi genitori, e mi fermo un attimo e chiedo a tutti voi di fare altrettanto, di pregare per questi genitori e di abbracciarli, perché hanno bisogno di questa preghiera e della nostra vicinanza”.
A cura di Redazione Napoli
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«Sono stato dai genitori del piccolo Samuele, preghiamo per loro». Un momento di silenzio e la preghiera per i genitori del bimbo di 3 anni morto dopo un volo dal balcone – forse ucciso da un uomo, gravemente indiziato dell'omicidio – in via Foria a Napoli. Mimmo Battaglia, arcivescovo metropolita di Napoli, dall'altare del Duomo di Napoli durante la celebrazione per la solennità San Gennaro che ha portato al prodigio dello scioglimento del sangue, ricorda la tragedia che ha strappato la vita al bimbo, una vicenda che ha sconvolto la zona, distante peraltro poche centinaia di metri dal duomo partenopeo.

Don Mimmo Battaglia ha così parlato della grande sofferenza di questi giorni, rivelando di essere stato a casa dei parenti del piccolo ieri.

Questa mattina ho davanti i miei occhi la vita spezzata del piccolo Samuele e il dolore della sua famiglia. Ieri mi sono recato a casa di Samuele per abbracciare i suoi genitori, e mi fermo un attimo e chiedo a tutti voi di fare altrettanto, di pregare per Carmen e Giuseppe e di abbracciarli, perché hanno bisogno di questa preghiera e della nostra vicinanza.

Subito dopo, nella sua omelia, Battaglia ha parlato della città:

Napoli è una pagina del Vangelo scritta dal sangue dei poveri e degli innocenti, dei piccoli e degli umili, di coloro che ogni giorno faticano senza sosta per vivere con dignità, per camminare spediti sui sentieri dell'onestà e della giustizia. Napoli è bagnata dal sangue di tante vite spezzate prima di spiccare il volo, di tanti sogni caduti sul suolo dell'indifferenza.

Mi sono chiesto  se come comunità cristiana siamo capaci di raccogliere questo sangue, se siamo capaci di ascoltare e dare voce a queste grida, a queste vittime: la nostra Chiesa deve crescere sempre più nella maternità soprattutto verso i figli più fragili e piccoli, schiacciati e oppressi. È questa la teologia racchiusa tra le ampolle dell'antica reliquia che oggi veneriamo: la teologia del sangue.

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