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Napoli omaggia Dario Fo: un giullare milanese nella città di Pulcinella

Sabato 14 gennaio la città di Napoli dedica un evento, coordinato dal musicista Enzo Gragnaniello, per ricordare il grande artista recentemente scomparso e i suoi legami profondi con Partenope.
A cura di Redazione Cultura
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Dario Fo
Dario Fo

All’arte multiforme, generosa e eruttiva di Dario Fo è dedicato l’evento in calendario sabato 14 gennaio alla Basilica di San Giovanni Maggiore di Napoli voluto dall’assessorato alla Cultura e al Turismo del Comune di Napoli per ricordare il grande artista recentemente scomparso. Appuntamento alle 20.30 nella chiesa a ridosso di via Mezzocannone per partecipare con allegria e commozione a uno spettacolo speciale coordinato dal cantautore Enzo Gragnaniello. Accanto al musicista autore di “Senza voce”, “Donna”, “Stu criato” e “Misteriosamente”, ecco un numeroso e coraggioso ‘ensemble’ musical-teatrale che in una serata assai articolata farà risorgere la grazia creativa, la fisicità, il talento espressivo e l’estro del grande artista scomparso tre mesi fa.

Premio Nobel per la letteratura nel 1997, “perché nella tradizione dei giullari medievali ha saputo dileggiare il potere restituendo dignità agli oppressi”, Fo ha condiviso con Napoli una relazione emozionale intima, estetica, umana, che spesso ha sfiorato i sentimenti più crudeli ma che parallelamente ha sedimentato in lui fonti sceniche e narrative innegabili. Basti ricordare, tra le tante, “Lu Santo Jullare Francesco” portato in scena all’auditorium del centro di produzione Rai di Napoli. Così come le sperimentazioni linguistiche di volta in volta più audaci che negli anni hanno alimentato le sue doti di cantore da grammelot.

Sabato 14 gennaio, in questo evento ad hoc dell'Assessorato comunale alla Cultura e al Turismo, i napoletani e i turisti potranno vivere un momento di raccoglimento e tributo dedicato alla memoria di Fo. La performance multipla si svilupperà assecondando le differenti attitudini dell’artista morto a ottobre: canzoni, recitati, titoli della tradizione popolare, monologhi, ritmi militanti, compongono il copione – di certo non mancheranno improvvisazioni e duetti – di un lungo concerto teatralizzato a cui parteciperà un cast che include James Senese, Mariano Rigillo, Corrado Sfogli e Fausta Vetere della Nuova Compagnia di Canto Popolare, Annateresa Rossini, Marcello Colasurdo, Franco Iavarone e il collettivo Nacchere Rosse (Danilo D’Addio, Antonello Corrado, Gennaro Ciotola e Tina Pelella). Ciascuno con la propria sensibilità ricorderà incontri e esperienze del maestro Fo.

Tra i brani, una particolare versione del classico “’A Flobert”, incisa in un primo momento negli anni Settanta e recuperata dalle Nacchere Rosse più tardi proprio in un duetto vocale con Dario Fo, per non dimenticare la tragica esplosione di una fabbrica di armi giocattolo avvenuta a Sant’Anastasia nella primavera del 1975. Ancora, estratti dalla tragedia “Re Lear” di William Shakespeare e “’O don Nicola” di Raffaele Viviani. Quindi alcune canzoni della tradizione folk: “Ricciulina” [recuperata dal ‘500] e “Capera”. L'Assessore alla Cultura e al Turismo del Comune di Napoli, Nino Daniele, ha così ricordato il rapporto tra Dario Fo e la città di Napoli:

Fino all’ultimo ha avuto la baldanza della sua parzialità. Sconcertando imprevedibile ed irriverente, entusiasmando immaginifico,scandalizzando con fervore religioso.Come fa l’arte quando non accetta condizionamenti. Dario Fo ha coltivato una inesauribile creatività artistica e insieme il suo essere impegnato socialmente e animato da insopprimibile passione politica. Ma non lasciando che una vocazione cancellasse o indebolisse l’altra: questo è stato in fondo il suo capolavoro.Lo sentiamo per questo particolarmente congeniale a Napoli e agli artisti che lo ricorderanno sabato. Poesia e rivoluzione.

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