1.094 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Muore in ospedale a Locri. I familiari: “Polmone sparito. Ora vogliamo giustizia”

Il presunto caso di malasanità ha visto vittima un 52enne di Siderno (Reggio Calabria), Giuseppe Galea, morto il 4 febbraio scorso all’ospedale di Locri, dov’era ricoverato. L’uomo stava benissimo e andava spesso in bicicletta: “Come faceva a farlo solo con un polmone?” si chiedono ora i parenti.
A cura di Biagio Chiariello
1.094 CONDIVISIONI
Immagine

 È deceduto per complicanze polmonari, salvo poi scoprire che Giuseppe Galea di polmoni ne aveva solo uno. Proseguono le indagini sulla morte del 52enne di Siderno (Rc), professore all’Itis di Oppido Mamertina. deceduto la sera del 4 febbraio scorso all’ospedale di Locri. I suoi familiari hanno subito pensato ad un caso di malasanità e dopo la denuncia è scattato il sequestro della cartella clinica. Sulla vicenda – su cui indaga il pm locrese Ezio Arcadi – sarà comunque l’esame autoptico, in programma nelle prossime ore all’ospedale, che dipende dall’Asp di Reggio Calabria, a dire di più. Secondo il racconto dei suoi cari, Giuseppe stava bene fisicamente, non fumava o aveva dipendenze, praticava sporto – in particolare la mountain bike. Per tutti questi motivi, la sua morte ha colpito molti i familiari: come può uomo che affronta in bici salite e percorsi faticosi, farlo con un solo polmone?

Galea si sarebbe sentito male il 26 dicembre scorso per la prima volta, avvertendo dolori al torace e difficoltà respiratorie accompagnate da una forte tosse. Dopo essersi recato all’ospedale di Locri però, visitato, era stato dimesso con una cura, senza particolari problemi. Ma nella notte tra il 23 e il 24 gennaio, i dolori sono riapparsi: accompagnato subito al Pronto soccorso del nosocomio jonico, il 52enne stavolta è stato trattenuto in ospedale. La radiografia alla quale è stato sottoposto ha confermato la presenza di una polmonite vera e propria, per cui i medici hanno disposto l’immediato ricovero.

Ma in pochi giorni la diagnosi cambia di continuo. Il 26 gennaio l’uomo viene messo e in quarantena “poiché affetto da tubercolosi”, per poi arrivare a fine gennaio, ad una nuova diagnosi, di un medico che riferisce di una alveolite polmonare. All’uomo vengono somministrati farmaci potenti e flebo costanti. Il 4 febbraio, il malato non riconosce il fratello e “vede” nella stanza persone in realtà non presenti. Viene trasferito in Rianimazione dove si spegne alle 21,30. È solo allora che i parenti apprendono che Giuseppe aveva un solo polmone al momento del decesso. Sotto choc e fortemente addolorati si sono rivolti alla Procura di Locri.

1.094 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views