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Muore a caccia Luigi Rossi di Montelera: industriale ex presidente della Martini&Rossi

Luigi Rossi di Montelera è morto all’età di 72 anni per un malore mentre era a caccia. Erede di una famiglia nobile piemontese, era stato industriale a capo della Bacardi Martini, azienda di famiglia, ma anche deputato e sottosegretario. Una vita segnata però anche da un episodio drammatico quando venne rapito da clan mafiosi e tenuto prigioniero per mesi in una cascina.
A cura di Antonio Palma
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Un malore improvviso mentre si trovava a caccia, così è morto nelle scorse ore Luigi Rossi di Montelera, esponente di una nobile famiglia piemontese nota per essere stata proprietaria della storica azienda  Martini & Rossi di cui Luigi era entrato a far parte da giovane diventandone prima vicepresidente nel 1994 e poi presidente quando ci fu il passaggio alla Bacardi. Il 72enne è stato colpito da un infarto mentre si trovava a caccia in Valle d'Aosta, dove si recava spesso.  Inutili per lui  gli immediati soccorsi della guardia del corpo che è riuscito a portarlo nel più vicino rifugio e a dare l'allarme. Trasportato in elisoccorso all'ospedale di Aosta, è deceduto poco dopo il ricovero. Lascia la moglie Maria Giulia Malvezzi Campeggi e tre figli

Figlio del conte Napoleone Rossi di Montelera e della contessa Niccoletta Piccolini di Camugliano, Luigi Rossi di Montelera nel corso della sua vita si era dedicato molto all’attività associativa facendo parte ad esempio della giunta dell’Unione industriale di Torino e del consiglio di Federvini ma soprattutto aveva inseguito una sua grande passione, la politica.  Partito come semplice consigliere comunale di Val della Torre, il paese dove la famiglia possiede una villa, arrivò poi alla camera dei deputati per la Democrazia Cristiana dal 1976 al 1992 entrando anche a far parte di due governi nel biennio 1987-89 svolgendo l'incarico di sottosegretario al Turismo e allo Spettacolo. Una vita segnata però anche da un episodio drammatico: il 14 novembre del 1973, quando aveva 28 anni ed era da poco entrato nell’azienda di famiglia, Luigi Rossi di Montelera venne rapito da un clan vicino alla mafia siciliana e tenuto segregato per quattro mesi nel bunker sotterraneo di una cascina in provincia di Bergamo. Una bruttissima esperienza finita bene e che venne poi raccontata dall’industriale nel libro autobiografico "Racconto di un sequestro".

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