10.074 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Muore a 14 anni travolto dall’auto, il padre: “Non ho più lacrime, non ho più fiato”

La disperazione di un padre che ha visto morire sotto i propri occhi un figlio. Gianluca Terenzi, 46 anni, è il papà di Davide, il ragazzino travolto da una Smart a Pieve a Ripoli, nel comune di Cerreto Guidi. dopo che era sceso dal bus con due amici.
A cura di Biagio Chiariello
10.074 CONDIVISIONI
Immagine

“Adesso chi me lo ridarà Davide?. Gianluca Terenzi, 46 anni, non si capacita all’idea che non potrà più vedere il proprio figlio quattordicenne, investito domenica sera sulla provinciale Pisana – all’altezza di Pieve a Ripoli, nel comune di Cerreto Guidi – e morto all’alba di lunedì 15 all’ospedale San Giuseppe.  "State il più possibile con i vostri figli. Lasciate perdere la frenesia della vita. Godeteveli. Abbracciateli" dice ora l’uomo, distrutto dal dolore. Davide era appena sceso dall’autobus dopo aver trascorso un pomeriggio ad Empoli insieme agli amici, quando è stato investito da una Smart che l’ha fatto volare e finire addosso ad un’altra vettura, sfondando il parabrezza della macchina. Una scena sconvolgente, avvenuta davanti a due suoi coetanei che si sono visti morire un amico sotto gli occhi. “Ne ho passate tante, mi creda – spiega affranto il signor Terenzi al quotidiano La Nazione – ma questa è una battaglia durissima da vincere. Impossibile pensare al futuro".

L’uomo ricorda quella telefonata che probabilmente non dimenticherà per il resto della vita. “Ero alla bottega di alimentari, a neanche un chilometro da casa – ricostruisce – Era quasi l’ora di cena, sapevo che sarebbe arrivato di lì a poco. Sono uscito e ho ricevuto la telefonata di un amico di mio figlio. Mi ha detto che era successo un incidente. Sono corso verso casa per capire che stesse succedendo. Ho fatto più veloce che potevo". Quindi la dinamica dell’incidente: "Davide era uscito con due amici – racconta – Erano scesi dall’autobus. Il primo aveva già attraversato la strada, mio figlio lo seguiva ma non è riuscito a raggiungere il ciglio, mentre l’altro ragazzo era ancora alla fermata". Appena Terenzi ha saputo, è corso immediatamente dal figlio: “Mi sono messo al suo fianco – spiega in lacrime – Continuavo a ripetergli ‘Davide, per piacere, non mi lasciare’, ma non si è più svegliato. Era un figlio meraviglioso, sorridente, scherzoso. Se penso che non lo sentirò più, che non lo vedrò più…Mi auguro soltanto che non abbia sofferto". Le parole del 46enne spezzano il cuore:  “Non ho più lacrime, non ho più fiato. Ho soltanto tanta paura di quello che sarà. A febbraio avrebbe compiuto quindici anni. In regalo voleva il computer più bello".

10.074 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views