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Morto in carcere a 92 anni leader del Ku Klux Klan. Doveva scontare altri 48 anni di detenzione

Edgar Ray Killen è stato riconosciuto mandante del triplice omicidio di James Chaney, Andrew Goodman e Michael Schwerner. Il crimine risale al 1964, ma è stato condannato, ottantenne, solo nel 2005.
A cura di Redazione
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Edgar Ray Killen
Edgar Ray Killen a 80 anni (@Getty Images).

Edgar Ray Killen aveva 80 anni quando è stato condannato a 60 di prigione. Morto l'11 gennaio 2018  nel penitenziario di Parchman in Mississippi, delle sei decadi ha scontato dietro le sbarre poco più di un sesto della condanna. L'uomo era stato un predicatore e leader del Ku Klux Klan, condannato per essere stato il mandante degli omicidi degli attivisti per i diritti civili James Chaney, Andrew Goodman e Michael Schwerner nel 1964.

Era il giugno del 1964 quando i tre attivisti si recarono a Neshoba County, dove una chiesa frequentata da afroamericani venne data alle fiamme. Arrestati con il pretesto di eccesso di velocità dal vice sceriffo, vennero portati in cella, rilasciati alle dieci di sera e invitati a lasciare la contea. All'uscita dal carcere, Killen avvertì alcuni militati dell'organizzazione terroristica che i tre uomini si stavano allontanando. Iniziò così un inseguimento, che si concluse con gli attivisti costretti a scendere dall'auto a circa tre chilometri dall'abitazione di Killen e uccisi a colpi di pistola. Dopo 44 giorni vennero ritrovati i corpi.

Il caso scosse l'opinione pubblica e diede impulso al dibattito politico. Il Presidente Lyndon B. Johnson firmò il Civil Rights Act, mentre 18 militati del KKK vennero arrestati. Sette di loro vennero condannati, ma non Killen. Secondo alcune voci l'uomo, ascoltato dall'Fbi che indagava sull'omicidio di Martin Luther King, disse loro che all'assassino del pastore afroamericano "vorrei stringere la mano". Nel 1998 venne intervistato dal New york Times e, a proposito del triplice omicidio del '64, disse: "Quei ragazzi erano comunisti che andavano in una scuola di addestramento comunista. Mi dispiace che siano stati uccisi, ma non posso mostrare rimorso per qualcosa che non ho fatto".

Nello stesso anno il caso era tornato di attualità grazie all'impegno di Jerry Mitchell, giornalista che aveva parlato dell'esistenza di un nastro in cui una figura di spicco del KKK riferiva che il mandante degli omicidi dei tre ragazzi era ancora libero. Successive indagini portano all'arresto di Killen e alla condanna, il 21 giugno 2005, a sessant'anni di carcere.

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