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Morto durante fermo a Empoli, Matteo Salvini: “Dovevano offrirgli cappuccio e brioche?”

Il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, si schiera con le forze dell’ordine dopo la morte del 31enne tunisino durante un fermo di polizia a Empoli: “Se i poliziotti non possono usare le manette per fermare un violento, ditemi voi cosa dovrebbero fare, rispondere con cappuccio e brioche?”, afferma in diretta Facebook.
A cura di Stefano Rizzuti
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Dopo la morte del tunisino durante un fermo di polizia ad Empoli, all’interno di un money transfer, arriva sulla vicenda il commento del ministro dell’Interno, Matteo Salvini, che si schiera in difesa delle forze dell’ordine: “Se i poliziotti non possono usare le manette per fermare un violento, ditemi voi cosa dovrebbero fare, rispondere con cappuccio e brioche?”, afferma durante una diretta Facebook. Il vicepresidente del Consiglio aggiunge: “Buon sabato ai poliziotti che a Empoli, facendo il loro lavoro, hanno ammanettato un violento, un pregiudicato che poi purtroppo è stato colto da arresto cardiaco. Se i poliziotti non possono usare le manette per fermare un violento, ditemi voi cosa dovrebbero fare, rispondere con cappuccio e brioche?”.

Le indagini sulle morte del 31enne tunisino sono in corso: l’uomo è morto mentre era ammanettato e aveva le caviglie legata da un cordino, perché, secondo la ricostruzione, dava in escandescenze. Lunedì verrà effettuata l’autopsia sul corpo della vittima. Nella polemica è intervenuto anche il capo della polizia, Franco Gabrielli: “Io rispetto le vittime e i loro familiari, chiedo che analogo rispetto sia riferito a uomini e donne che lavorano per riaffermare le legalità. Se qualcuno ha sbagliato pagherà per un giusto processo e non per le farneticazioni del tribuno di turno”.

Da Cucchi a Uva, il commento dei parenti

Sulla vicenda sono intervenuti anche i parenti di vittime di casi simili. A partire da Patrizia Moretti, madre di Federico Aldrovandi: “Per me è come se mi uccidessero Federico ogni volta. Ed è proprio così”. Interviene anche Lucia Uva, sorella di Giuseppe: “Questo è il metodo delle forze dell'ordine. Con l'appoggio di Salvini, ora, hanno la licenza di uccidere”. La donna ha parlato con l’Ansa e ha sottolineato di non avercela con le forze dell’ordine ma con chi “abusa della divisa che indossa a scapito dei più deboli”.

Anche Ilaria Cucchi, sorella di Stefano, ha commentato con l’Ansa la morte del tunisino durante il fermo di polizia: “Sono preoccupata, si tratta di vicende tutte uguali. Quello che avviene un istante dopo la notizia di vicende come queste, avviene sempre con le stesse dinamiche e meccanismi. Nessuno mette in discussione l'abilità e l'operato della parte per bene delle forze dell'ordine. Resta il fatto che di fronte a simili accadimenti assistiamo a prese di posizione preventive. All'indomani della morte di mio fratello, l'allora ministro La Russa dichiarava davanti alle telecamere di non saperne nulla ma di essere certo dell'onorabilità dei carabinieri. Oggi invece sappiamo che non era così. E oggi Salvini interviene e fa il giudice. Non abbiamo fatto passi in avanti: sarebbe bene aspettare di capire meglio prima di assumere posizioni. Intanto diamo sostegno, abbraccio e condoglianze alla famiglia”.

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