1.281 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Morto a 27 anni per l’influenza, il papà di Nicolò: “Indagate sull’antibiotico che ha preso”

Antonio Daversa, papà di Nicolò, morto a 27 anni all’ospedale di Jesi a causa di uno choc anafilattico dopo aver assunto un antibiotico, il Fidato, per curare una banale influenza: “Chiedo al Ministero della Salute di controllare quel farmaco per scongiurare altri drammi e perché la morte di mio figlio, almeno, non sia stata vana e possa salvare altre vite”.
A cura di Ida Artiaco
1.281 CONDIVISIONI
Nicolò Daversa, 27 anni.
Nicolò Daversa, 27 anni.

"Chiediamo al Ministero della Salute di attivarsi per sottoporre quel medicinale ad una campagna di analisi e controllo per escluderne la nocività o per verificare se vi sia stato qualche errore nella composizione di alcuni lotti: per scongiurare altri drammi". È questo l'appello di Antonio Daversa, il papà di Nicolò, morto a soli 27 anni lo scorso 9 marzo a causa di uno choc anafilattico. Il ragazzo, originario di Falconara ma residente ad Ancona, dove si era trasferito insieme alla fidanzata, aveva preso un antibiotico per alleviare il malessere dovuto ad alcuni sintomi influenzali che aveva da qualche giorno, come febbre alta, tonsille gonfie e forte mal di gola. Si era rivolto per questo al suo medico di famiglia, che gli aveva consigliato, senza visitarlo, di assumere il farmaco per via endovenosa, così che quel banale malanno di stagione sarebbe scomparso in breve tempo. Si trattava del Fidato, con lo stesso principio attivo del Rocefin, che in passato, sempre stando ai genitori, aveva già assunto.

Invece le condizioni di Nicolò sono improvvisamente peggiorate. Fatale sarebbe stata in particolare l'iniezione intramuscolo dell'antibiotico ai cui principi attivi probabilmente era allergico, senza saperlo. Dopo aver perso coscienza mentre era a casa con la sua fidanzata, è stato trasferito all'ospedale Torrette poi al Carlo Urbani di Jesi, dove i medici hanno optato per il ricovero in terapia intensiva, ma le sue condizioni erano già critiche. Era il 7 marzo: due giorni più tardi, sabato 9, la situazione è precipitata e Nicolò è deceduto davanti agli occhi increduli dei suoi cari. E ora il papà vuole vederci chiaro in questa vicenda, per capire se la morte del figlio sia stata effettivamente causata dall'assunzione di un farmaco al quale era allergico, oppure se c'è dell'altro.

"Vorremmo capire se ci sia stata negligenza da parte del nostro medico di famiglia nel prescrivere un farmaco così potente, che Nicolò non aveva mai assunto, senza visitarlo: la ricetta peraltro è stata intestata a me", ha detto Antonio al quotidiano Il Messaggero, sottolineando però che "ciò che ci preme davvero è che si vada a fondo sul farmaco che gli è stato iniettato, perché in Italia i casi di decesso che potrebbero essere legati all'assunzione di questo farmaco sono diversi: oltre a mio figlio, c'è il signore di Cassino ma anche un 47enne deceduto in Calabria nell'agosto 2016 e altri ancora. Perché la morte di Nicolò, almeno, non sia stata vana e possa servire per salvare altre vite". I familiari hanno presentato un esposto in Procura il 19 marzo e il pm Andra Laurino ha aperto un fascicolo per omicidio colposo, indagando il medico.

1.281 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views