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Morte Martina Rossi, c’è il colpo di scena: difesa chiama Carlo Verdone tra i testimoni

La ragazza ha perso la vita cadendo dal balcone del 6° piano di un hotel a Palma de Majorca nel 2011. Secondo l’accusa Martina sarebbe caduta per fuggire a un tentativo di stupro da parte dei due ragazzi, mentre per la difesa le cose sarebbero andate diversamente. E per dimostrarla è intenzionato a chiamare l’attore e regista come teste nel processo.
A cura di Biagio Chiariello
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Ieri mattina ad Arezzo è cominciato il processo nei confronti di Luca Vanneschi e Alessandro Albertoni, i due 27enni di Castiglion Fibocchi (Arezzo) accusati di tentata violenza sessuale ai danni della 20enne imperiese Martina Rossi e di aver provocato la sua morte in conseguenza di altro reato. La giovane è deceduta dopo essere precipitata dal balcone del sesto piano dell’hotel Sant’Ana a Palma de Maiorca il 3 agosto 2011, secondo quanto ritiene la magistratura, dopo essere fuggita ad un tentativo di stupro da parte dei due ragazzi, mentre per la difesa la ragazza si sarebbe suicidata. Durante l’udienza sono state presentate le eccezioni e la lista dei testimoni. A questo proposito, con una decisione che ha fatto molto discutere, gli avvocati di Vanneschi e Albertoni hanno citato tra i teste anche il regista e attore Carlo Verdone, sostenendo che vi sia un’analogia tra un suo film (“Viaggi di nozze”) e la morte di Martina Rossi: la scena è quella in cui una moglie logorata da un marito pignolo fino all’esasperazione spinge la donna a farla finita scavalcando un balcone per lanciarsi nel vuoto. Il PM Roberto Rossi si è subito opposto alla citazione come testimoni dell’attore e regista romano. Il giudice, Angela Avila, ha rinviato il processo al prossimo 27 marzo quando deciderà in merito ai testimoni. Il padre e la mamma di Martina, Bruno e Franca Rossi, che hanno seguito ogni tappa della vicenda giudiziaria, hanno commentato: "Avremo giustizia".

Il caso della morte di Martina Rossi

Martina Rossi ha perso la vita nell’agosto del 2011. Era in vacanza in Spagna insieme alle amiche. La tragedia si è consumata in un hotel di Palma de Maiorca. Secondo una prima ricostruzione, la notte della sua morte la 20enne torna in albergo dopo una serata in discoteca, ma invece di rientrare nella propria stanza, raggiunge alcuni ragazzi di Arezzo, conosciuti quella stessa sera, nella loro camera. Da quel momento si apre il giallo su quello che accadrà di lì a breve.. Secondo il racconto dei giovani Martina si sarebbe buttata dal balcone volontariamente dopo aver fumato marijuana. Una versione ritenuta credibile dalla giustizia spagnola, che archivia il caso come suicidio. I genitori di Martina, però, sono convinti che le cose siano andate diversamente. Si battono strenuamente fino a quando la procura di Genova riapre il caso con un’ipotesi di reato nei confronti dei due 27enni: Martina sarebbe volata giù dal balcone nel disperato tentativo di fuggire a una violenza sessuale. Il fascicolo passa alla Procura di Arezzo per competenza territoriale, in quanto nel registro degli indagati vengono iscritti due ventenni aretini, Alessandro Albertoni e Luca Vanneschi.

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