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Morì dopo le botte di 2 ragazzini a Ragusa: 30 mesi di messa alla prova per i minori

Angelo Partenza, 64enne di Modica (Ragusa), fu picchiato nel 2017 da un gruppo di ragazzini e morì poco dopo il pestaggio. Ora il Tribunale dei Minori di Catania ha concesso l’istituto della messa alla prova ai due giovanissimi imputati per omicidio preterintenzionale. La delusione della sorella della vittima che ha paragonato la storia del fratello a quella di Antonio Stano: “Una beffa”.
A cura di Susanna Picone
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Messa alla prova per 30 mesi: è questa la decisione presa dal Tribunale per i minorenni di Catania, presieduto da Alessandra Chierego, nei confronti di due giovani di Modica (Ragusa), nell'ambito del processo per omicidio preterintenzionale per la morte di Angelo Partenza, un sessantaquattrenne deceduto nel 2017 per lesioni riportate dopo una violenta aggressione. Ad aggredire l’uomo erano stati appunto i due ragazzi che all'epoca dei fatti avevano 15 e 16 anni. Il provvedimento, a darne notizia i legali dello studio 3A-Valore Spa che assistono la sorella della vittima, ha avuto il parere positivo del pm Silvia Vassallo. La messa alla prova è una sospensione del processo: dopo questi 30 mesi se i due ragazzi incensurati, seguiti da un giudice onorario, rispetteranno le restrizioni loro imposte con atti di ravvedimento il reato potrebbe essere considerato estinto, altrimenti il procedimento sarà riaperto. In caso di buona condotta per gli avvocati dei due imputati sarà possibile chiedere un termine anticipato rispetto ai due anni e mezzo previsti. I familiari della vittima invece, assolutamente contrari a questo beneficio, non possono dare un proprio parere in aula: nei procedimenti minorili non è infatti prevista la costituzione di parte civile.

Il duro commento della sorella di Angelo Partenza – E la decisione del tribunale per i minorenni di Catania ha deluso non poco i familiari di Angelo Partenza: “È successo ciò che temevamo e che in fondo sapevamo – ha detto Giuseppa Partenza, sorella della vittima, commentando la decisione – è l'ennesima beffa dello Stato italiano contro i più deboli. I ragazzi non hanno capito nulla della messa alla prova. L'unica cosa che hanno ben capito è che l'hanno fatta franca. Ci scandalizziamo tanto di fatti come Manduria, parliamo di deriva giovanile, ma se questa è la giustizia, la società italiana se lo merita”. La storia di Angelo Partenza – come sottolineato dalla donna – ricorda quella di Antonio Stano, il pensionato morto di recente a Manduria vittima di una baby gang. Anche il sessantaquattrenne di Modica fu preso di mira e picchiato in una piazzetta del paese dai ragazzini. L'anziano, dopo le percosse, si recò al pronto soccorso denunciando gli autori del pestaggio. Le numerose complicazioni condussero poi l'uomo alla morte nella notte tra il 1 e il 2 febbraio del 2017.

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